Fra il parco nazionale del Pollino e la Riviera dei Cedri vi è un ambizioso progetto con l’obiettivo di donare alla Calabria una birra rappresentativa e identitaria. L’imprenditore Antonio De Caprio con il marchio Birra Cala vuole donare alla regione una birra di riferimento in una terra ricca di tradizione vinicola e liquoristica.
DALLA CALABRIA E PER LA CALABRIA. LA MISSIONE DI ANTONIO DE CAPRIO
Inizialmente l’idea di Antonio, guida di un’azienda di distribuzione con circa quaranta supermercati affiliati, era quella di puntare su un distillato dalla forte connotazione regionale. Ma, conti alla mano, il dietrofont. In una regione che dà i natali, tra i tanti, a marchi di liquoristica di importanza nazionale come Caffo o Vecchio Magazzino Doganale, Antonio vira per un segmento meno affollato. Quindi fonda Birra Cala, con l’idea che la Calabria meriti una birra artigianale identitaria e riconoscibile e, soprattutto, di alta qualità. Nel 2022 l’uscita sul mercato, prima tappa di una programmazione di sviluppo quinquennale. Elementi chiave chiari fin da subito: simboli calabresi, collaborazioni sul territorio e una gamma di ampio respiro fin da subito. Per dare ad ogni calabrese o turista oggi, e ogni bevitore di qualsiasi luogo domani, la loro birra originale calabrese. La loro Birra Cala. Nel logo si opta per le tre croci calabresi; bizantina, la croce potenziata e quella orizzontale di Sant’Andrea Per rivendicare fin dall’ etichetta il forte senso di appartenenza e di rivalsa che guidano il progetto.
BIRRA CALA: POP, POPOLARE E COMUNITARIA
Birra Cala, come detto, è un progetto identitario, ma con un animo pop. Nell’accezione di popolare: birra artigianale destinata a diventare compagna di ogni momento di piacere consumato tra il mar Ionio e il Tirreno. Da qui la necessità di partire fin da subito con una gamma molto ampia. Quattordici referenze, tutte realizzate con acqua proveniente dal parco del Pollino, una delle diverse riserve naturali regionali. La prima linea aziendale si orienta su stili classici. Dalla lager “Passione”, alla weizen “Nirvana”, la session IPA “La Prima cotta” e l’american IPA “Euforia”. E poi “Giubilo”, una lager senza glutine, e infine la bock “Delirio”. Quest’ultima rappresenta la prima gioia internazionale di Birra Cala, ottenendo la medaglia d’oro al World Beer Awards nel 2023 e nel 2024.
LA LINEA “LE MUSE”
Proseguendo troviamo la linea “Le Muse”, che come si evince dal nome, sono birre ispirate. Non seguono stili o esigenze canoniche di mercato, ma nascono per raccontare il territorio, la regione, il contesto calabrese con una chiave di lettura diversa. Esperienze brassicole prestate alla promozione di un modo diverso di vedere la Calabria. Quindi il peperoncino, immancabile, nella golden ale “Diavolicchia”, altra premiata con la medaglia d’oro nel 2024. E poi il rinomato Cedro DOP di Santa Maria, il cui profumo è racchiuso nella blanche “Citrusina”. Ultima ma non per importanza la “Aguila Negra”, coffè stout realizzata con i chicchi di caffè del brand colombiano Aquila Roja. La scelta di questo caffè non è casuale, ma una precisa scelta di campo, che contiene un messaggio culturale e sociale. La torrefazione è di proprietà della famiglia Sangiovanni, emigranti calabresi del paesino di Orsomarso. “È innanzitutto una dedica a tutti i calabresi emigrati. Ma anche un tentativo di rompere la triste e consueta associazione fra la regione e il paese sudamericano. Volevo associare le due zone in una maniera diversa dal solito, per elementi positivi e piacevoli”, spiega Antonio. Se con la prima linea si vuole dare alla Calabria delle birre pop di qualità e con le “Muse” si vuole raccontare la regione, la terza linea invece nasce con altri obiettivi. Più che raccontare, lo scopo diventa celebrare le potenzialità e le eccellenze della regione. Unendole alla loro birra, in un progetto moderno, progressista e soprattutto ambizioso. Così come ogni passo di Birra Cala.
IL PROGETTO IGA
L’ultima linea di Birra Cala è quella delle IGA, ovvero Italian Grape ale. Primo stile di birra italiano riconosciuto dal Beer Judge Certification Program, nel 2015, sono birre realizzate con mosto di vino in aggiunta al malto d’orzo in fermentazione. Sono la tela su cui Birra Cala dipinge il suo disegno. Culturale, gastronomico e imprenditoriale. Parlare di birra italiana utilizzando lo stile italiano più rappresentativo. Che è anche uno dei più innovativi, in un contesto da tempo ancorato a ricette con secoli di vita. Ed è anche uno stile che permette ad un’idea come quella di Birra Cala, che vuole essere un plusvalore per la regione di cui porta i simboli, di esprimersi al massimo. L’unione fra malto d’orzo e mosto di vino, non sempre tecnicamente semplice, è il modo per far dialogare lo sviluppato settore vinicolo calabrese con la giovane scena della birra artigianale. Antonio affronta questa sfida con la consueta ambizione: non una birra IGA, ma ben cinque. Una per ogni provincia.
UNA BIRRA PER PROVINCIA
La prima birra è in collaborazione con la storica cantina Librandi di Cirò marina, nel crotonese. Realizzata con mosto di Gaglioppo, l’uva rossa principe dei vigneti calabresi. Sempre con il Gaglioppo è realizzata la seconda IGA, ma il mosto è quello di Antonella Lombardo, enfant prodige della vinificazione calabrese, nata nel 2019 nella Riviera dei Gelsomini, lungo la costa jonica della provincia reggina. Con il fratellino minore del Gaglioppo, il vitigno Magliocco canino viene realizzata la terza IGA, con la cantina Casa Comerci, dalla zona di Nicotera, una piana che come raccontava lo storico calabrese Girolamo Marafioti “abbonda di vino”. Dalla provincia di Catanzaro arriva invece il mosto di greco nero, altro autoctono regionale, fornito dalla cantina Statti. Chiude la linea una IGA con mosto di vino bianco, precisamente con il Pecorello, coltivato nei vigneti del cosentino da un altro grande attore del vino calabrese, la cantina della famiglia Spadafora.
BIRRA CALA FRA LA CALABRIA E IL SALTO NAZIONALE
A due anni dalla nascita il progetto Birra Cala procede spedito, cavalcando il piano di sviluppo pensato da Antonio De Caprio. Il marchio è riconosciuto e molto apprezzato in Calabria, dove per scelta è presente solo nel settore horeca. Sotto la guida del mastro birraio Salvatore Fortunato e del consulente chimico Giampaolo Tonello i sapori del birrificio e le contaminazioni con vino e materie prime calabresi hanno conquistato la regione, pronti per un’espansione nazionale. “Ci stiamo muovendo per trovare i canali e i partner migliori, ma per il momento ci piace essere il marchio di birra a maggior crescita nella nostra regione. Pian Piano arriverà il resto” assicura Antonio De Caprio. Nel frattempo è attivo su moltissimi altri fronti: Birra Cala è infatti partner dell’Accademia Pizza Doc, collabora con il Consorzio Birra Artigianale Italiana, in particolare sul tema della filiera italiana, che ha fatto grandi passi avanti in questi anni ma ancora deve crescere per competere con le filiere degli storici paesi produttori di birra. E nel 2025 il birrificio aprirà anche le sue porte ai turisti, con la creazione di una tap room in sede dove ospitare e far degustare i prodotti. La Calabria, accanto alle note bandiere dei Cirò e dei suoi apprezzatissimi amari da fine pasto, potrebbe avere presto una portabandiera nazionale anche nel campo delle birre artigianali. Orgogliosa e ambiziosa di esserlo.
Birra Cala
Indirizzo: Via Menestalla snc- 87029 Scalea (CS)
Tel. 0985 271393
E-Mail: info@birracala.it
Valerio Dussich
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