L’elogio del territorio di Maiori nella cucina dello chef Pasquale Cerchia, patron di “Masaniello”

Il patron del ristorante Masaniello a Maiori, lo chef Pasquale Cerchia, ha deciso di portare in tavola i prodotti del suo territorio e la tradizione.

Quando si inizia a lavorare fin dalla giovane età, ci si sente quasi privati dell’adolescenza, si è costretti a rinunciare spesso anche ai rapporti sociali, ma è solo in questo modo che si riesce a raggiungere determinati obiettivi. Questo è quello che è accaduto allo chef Pasquale Cerchia, titolare del ristorante Masaniello -situato a Maiori, nella Costiera Amalfitana -, che ha iniziato a lavorare in cucina all’età di 15 anni. La sua strada era già segnata: ha deciso di diventare chef per seguire le orme di suo fratello.

Ho iniziato – racconta il patron di Masaniello a lavorare fin da piccolo, sapevo che il mio futuro sarebbe stato in cucina. Iniziare però a lavorare così giovani è difficile, mi sono sentito privato di quegli anni in cui si dovrebbe pensare solo a giocare con gli amici; nonostante ciò, ho capito che quella era la mia strada”. Per questo motivo, ha deciso di impegnarsi al massimo nel suo lavoro, cercando soprattutto di trovare una propria filosofia.

“Tutti i miei piatti partono continua lo chef – dalla tradizione, e cerco di valorizzare i prodotti della mia terra e il mio vissuto. Infatti sono affezionatissimo alla mia pasta mista con patate ai sapori di mare, la quale non è altro che un risotto alla pescatora, e ho scelto di eliminare il riso perché non mi appartiene, così ho messo un ingrediente tipico della mia cultura enogastronomica: la pasta mista. Ho deciso di valorizzare i nostri prodotti, la cucina della nonna”.

Le sue pietanze, infatti, provengono dalla tradizione, dal ricordo dei piatti che assaggiava da piccolo. Quella di Cerchia si può quasi definire una cucina della memoria e, assaggiando i suoi piatti, vengono alla mente i sapori dell’infanzia, le domeniche in famiglia. Il gusto è sempre lo stesso, ma sono cambiate le tecniche utilizzate. Il modo di approcciarsi alla cucina è totalmente diverso grazie allo sviluppo tecnologico e alle nuove conoscenze.

I miei piatti – spiega Cerchia – sono rivisitati, ma il gusto è quello autentico. Questa modifica consiste nell’aggiungere un tocco di modernità, un croccante o un ingrediente diverso, sempre però con l’intento di valorizzare i nostri prodotti: abbiamo il compito di portare in tavola la nostra terra”.

La politica di Cerchia è quella di esaltare i prodotti locali, ma non senza tocchi innovativi come l’aggiunta di ingredienti particolari come lo zenzero. Molti piatti nascono grazie alla commistione tra gli alimenti campani e le tecniche orientali. Lo chef, infatti, considera la cucina asiatica come una delle migliori del mondo: “Mi ritrovo e mi rispecchio in essa per l’etica che ha nell’approccio coi prodotti. È proprio questo che mi spinge a riprendere quelle preparazioni. Un esempio eclatante di questa fusione sono le tartare di tonno con salsa ponzu, realizzata con gli agrumi del mio giardino”.

Da tutte queste preparazioni emerge un’apertura dello chef oltre i confini della Campania, con la stella polare costante delle proprie origini. Sono la tradizione e la semplicità a fare da padrone nella cucina del Ristorante Masaniello. I piatti di Cerchia affondano le radici nella tradizione, ma poi in ognuno di essi c’è un tocco personale, perché una pietanza non è altro che frutto dell’esperienza e della storia dello chef. “Un piatto diventa mio quando lascio una traccia della mia essenza. I piatti devono essere semplici: risotto con colatura di alici e limone, mantecaturacon olio aglio e peperoncino. Partiamo sempre dalla base e poi andiamo a sperimentare: è come dare una nota diversa e un proprio tocco alle cose”.

Ristorante: Masaniello

Località: piazza R. D’Amato,2, Maiori (SA)

Facebook: ristorantemasaniello

Instagram: ristorante_masaniello

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Matteo Cicarelli

Sono Matteo e sono laureato in Lettere Moderne e in Editoria e Scrittura. Fin da quando sono piccolo amo raccontare storie. La gastronomia è una delle mie più grandi passioni e adoro parlarne, anzi… scriverne.

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