“Lo Zafferano dalle Sabbie del Mare” di Nico Banchini

A Cortiglione, nel pieno dell’alto Monferrato astigiano, nasce l’azienda Lo Zafferano dalle Sabbie del Mare di Nico Banchini.

Lo Zafferano dalle Sabbie del Mare nasce a causa di un trauma che è poi diventato passione e voglia di riscatto.

Nico Banchini da bambino giocava dietro casa sua, dove c’era una bella collina con residui fossili che emergevano naturalmente dal terreno e dei quali andava alla ricerca per preservarli: infatti queste colline erano i fondali sabbiosi di un mare che esisteva circa tre milioni di anni fa.

Purtroppo quella splendida collina un giorno diventò cava per estrazione di sabbie al fine di realizzare un’autostrada: questo fece scendere in campo a protestare molti paleontologi e portò all’intervento dell’Ente Parchi Astigiano per preservare almeno una piccola fetta di quella collina che oggi è diventata il Geosito paleontologico di Cortiglione.

Nico pensò a come poter riparare quel “torto” ecologico subito, e così l’idea si posò su una pianta che ha la sua origine di coltivazione nelle steppe aride del Kurdistan e tra le rocce di Creta: lo zafferano.

Oggi, dopo 16 anni di duro lavoro, Nico ha trasformato i 2 ettari di deserto in un parco dove, oltre allo zafferano, coltiva piante officinali quali l’iperico, la melissa, la salvia, il sambuco, il gelso e l’artemisia.

L’azienda e la sua vendita

Una piccola azienda che ha avuto clienti anche in Inghilterra e in Francia mentre quelli abituali sono maggiormente turisti in visita all’azienda stessa o al sito paleontologico, ma non mancano le vendite alle fiere svolte da Torino a Genova e i commercianti e ristoratori che richiedono i prodotti per trasformazioni o rivendita.

I clienti della Lombardia sono quelli più interessati, avendo una forte tradizione legata alla spezia.

Parlando di mercato in generale, lo zafferano oggi è richiesto maggiormente in quello culinario ma funziona molto bene anche in quello farmaceutico e cosmetico.

Nonostante tutto, Nico vorrebbe vendere principalmente sul territorio, sia per una questione di etica del km 0, quindi legata al concetto di far viaggiare il meno possibile un prodotto per evitare l’inquinamento ambientale, sia in modo da far conoscere ai piemontesi questa spezia che purtroppo usano raramente.

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Nico Banchini e la sua lezione di zafferano durante una visita
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Artemisia
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Iperico

Cos’è lo zafferano?

Lo zafferano è una spezia che si ricava dal Crocus sativus, un fiore della famiglia delle iridacee, e nello specifico si tratta dei pistilli di color rosso che, dopo essere stati separati dal perigonio floreale, sono fatti essiccare per un’ora e mezza alla temperatura di circa 40°.
Lo zafferano nasce più come medicinale che come ingrediente ed è considerato così fin dall’antichità.

Entrando nello specifico bisogna parlare dei tre composti chiave dello zafferano che sono:

  • crocina, dal quale si ricava il tipico colore giallo ed è un carotenoide, il quale porta lo zafferano ad avere uno dei concentrati di carotene più alti in natura;
  • safranale, dal quale si ricava l’aroma
  • picocrocina, dal quale si ricava il gusto.

Se guardiamo ai testi lasciatici dagli antichi romani, greci ed egizi, troviamo lo zafferano come antipiretico e antidepressivo – era chiamata la spezia della felicità – e questo proprio grazie alle sue formidabili azioni antinfiammatorie e anti radicali liberi, che vanno appunto a contrastare la neurodegenerazione.

Lo zafferano è un croco dalle sfumature lilla-violacee, ed è formato da un perigonio floreale a 6 petali, al cui interno troviamo le 3 antere gialle – l’organo maschile – ricolme di polline, e i 3 pistilli o stami rossi – l’organo femminile – che sono proprio lo zafferano.

Coltivazione

Non cresce spontaneo, infatti è una pianta che fu selezionata circa 3600 anni fa e resa sterile, come la maggior parte degli ortaggi che consumiamo, affinché le sue caratteristiche rimanessero inalterate nel tempo.

Quindi è importante ricordare che lo zafferano può sopravvivere solo grazie alle cure umane e in natura non fiorisce da solo.
La coltivazione della spezia parte dalla piantumazione del bulbo: essa avviene tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, periodo in cui la bulbacea è ancora in uno stato di riposo. Terminata la piantumazione, la pianta germoglierà, fuoriuscendo dal terreno con le caratteristiche spate bianche dalle quali emergeranno a loro volta, tra la metà di ottobre e la metà di novembre, i fiori: durante questo mese avverrà quotidianamente e manualmente la raccolta del fiore.

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la raccolta
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Perché è costoso?

In realtà non è così costoso come si crede, se si pensa che 1 grammo della spezia serve ad aromatizzare 30/35 risotti e che quel grammo viene venduto solitamente a 25 euro, considerando che il tutto avviene manualmente: soprattutto l’espianto biennale è faticosissimo e avviene tramite rastrellini in ginocchio a terra.

Nico – a favore di tutti i coltivatori italiani- tiene a precisare che il vero zafferano è solo quello puro in pistilli/stimmi lavorato a mano: le bustine che si trovano in commercio provengono dalla lavorazione di grossi macchinari che ammortizzano sì i costi, ma che allo stesso tempo impoveriscono la spezia qualitativamente perché si trincia praticamente tutto, divenendo così “polvere” che avrà solo una minima parte di zafferano con dei coloranti artificiali.

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Nico Banchini ha progetti per il futuro molto semplici: cercare di ultimare il parco al fine di renderlo pubblico per chiunque voglia trovare semplicemente un luogo rilassante in mezzo al verde e tra le erbe officinali, ma anche trasformarlo in un luogo di ritrovo ed eventi legati al rispetto per l’ambiente, per la produzione locale e per i temi sociali sul lavoro in agricoltura, oltre a dare ulteriore voce all’antico discorso paleontologico, citato all’inizio, come nutrimento culturale ed oggettivo.

Lo zafferano dalle sabbie del mare

Via Madonnina, 3/a – 14040 Cortiglione (AT)

Telefono 338 795 6860

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