Storia
Quante volte, la domenica, vi hanno portato un vassoio di pasta di mandorle? O quante volte vi sono state offerte per accompagnare un caffè o un thé? Le paste di mandorle sono infatti uno dei dolcetti più diffusi e buoni che si possono trovare. Ma come hanno avuto origine?
Bisogna risalire al III secolo a.V. quando lo zucchero iniziò ad essere portato a Roma. Successivamente, gli arabi ne iniziarono la lavorazione per creare dei dolci a base, appunto, di zucchero e mandorle tritate, che sarebbero poi arrivati in Sicilia.
In Sicilia, intorno all’anno 1100, questo impasto “arabo” venne “adottato” dalle monache del convento palermitano della Martorana. Il convento si trovava annesso alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, dedicata per l’appunto all’ammiraglio di re Ruggero II; questo fatto, unito alla bontà del dolce, diede origine all’appellativo di “pasta reale”.
Frutta Martorana
Si tratta di uno degli “esempi” più antichi di pasta di mandorle. Leggenda vuole che un giorno di Ottobre il re decise di visitare il convento (quello della Martorana sopra citato) per visitare i meravigliosi giardini di cui tanto si parlava. Tuttavia, dal momento che era autunno inoltrato, non vi erano né fiori né frutti da ammirare.
Allora le monache pensarono ad una soluzione: presero l’impasto a base di mandorle e zucchero che avevano preparato e gli diedero la forma di frutti, dopodiché con perizia li dipinsero e li sparsero per il giardino. Il re fu stupito di vedere un giardino tanto rigoglioso e quando afferrò un frutto e lo addentò la sua sorpresa fu doppia! Il re promise di tornare in Primavera e prima di andarsene si fece fare un “pacchetto” con quei deliziosi frutti di mandorla.
Oggi la Frutta Martorana viene solitamente fatta in occasione della festa dei morti il 2 Novembre. Tradizionalmente infatti, in quest’occasione, i familiari “portavano” delle leccornie ai cari defunti, in modo da renderne più lieve l’assenza.
Pasta di mandorle: varianti
Anche se la”base” è la stessa- zucchero e mandorle- esistono diverse varianti di pasta di mandorle, per esempio il Marzapane. Questo ,oltre gli ingredienti base, presenta anche l’albume. Ciò lo rende più “compatto” e malleabile, tanto che lo si usa più per decorare che per “farcire”.
Chi si contende poi la paternità della pasta di mandorle è Napoli. Qui le origini di questo dolcetto vengono fatte risalire ai Borboni e viene utilizzato l’albume. Anche in Puglia sono diffuse e qui vengono decorate con dei canditi colorati.
Ovunque siano nate, le paste di mandorle sono davvero dei piccoli “gioielli” e sono facili da realizzare. Si può sostituire lo zucchero con il miele, o aromatizzare l’impasto con essenze o scorze di limone e arancia. Si possono fare anche “colorate” mettendo coloranti naturali come la pasta di pistacchio e si può dare la forma che si desidera, dalla frutta o dei “pizzicotti”. Insomma sono belle e buonissime in ogni modo vogliate farle!
Simona Celentano
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