Etimologia
Il termine italiano “crespelle” deriva da quello francese “crepes”, che a sua volta ha origine dal latino “cripsus”, arricciato, a causa delle arricciature che si formano in cottura. L’impasto è a base di uova e farina, sarà poi con l’andare degli anni che si aggiungeranno altri ingredienti, come lo zucchero.
L’origine delle crespelle risale al V secolo. A Roma giunsero, infatti, dei pellegrini francesi e Papa Gelasio ordinò che si preparasse per loro un piatto semplice ma energetico. Il risultato furono delle specie di “frittatine” a base, appunto, di uova e farina, cotte su delle piastre. I pellegrini francesi ne furono talmente entusiasti che quando tornarono portarono con loro la ricetta.
In Francia le crespelle divennero, in memoria della calda accoglienza romana, simbolo di amicizia. Tuttavia la loro notorietà aumentò al punto che si iniziò a modificare l’impasto. Innanzitutto fu aggiunto lo zucchero, poi il latte e iniziarono anche ad essere farcite. Cambia anche l’utensile con cui vengono cotte: viene inventata la galeatoire, una spessa piastra circolare in ghisa.
La Suzette
La crespella più famosa è sicuramente la Crepe Suzette. Nel 1896 al Café de Paris a Montecarlo era andato a mangiare il principe Edoardo VII di Galles. Il giovane pasticcere Henry Charpentier doveva, quindi, creare un dessert per il reale. L’emozione giocò al giovane un brutto scherzo e per errore rovesciò del liquore nella padella dove stava cuocendo la crepe, che a contatto con la fiamma s’incendiò.
Nonostante l’accaduto, il sapore era talmente buono che il giovane pasticcere decise comunque di servirle al principe del Galles. Da parte sua Edoardo VII rimase piacevolmente sorpreso dal dessert. Gli piacque al punto che decise di omaggiare la giovane donna (figlia di un amico) che stava pranzando con lui dando alle crespelle il suo nome: Suzette.
Come sono fatte le Crepe Suzette?
Ma com’erano le Crepe Suzette? Si trattava di una classica crespella francese, servita con salsa a base di burro e zucchero caramellati, scorza d’arancia e succo di limone. L’ingrediente “sbagliato” che la rese unica fu il Grand Marnier, un liquore a base di Cognac ed essenza d’arancia, utilizzato soprattutto per i flambé.
Crespelle nel mondo
Oltre la Crepe Suzette, ci sono molte altre versioni di crespelle in giro per il mondo. Per esempio in Russia si possono trovare i Syrniki (frittelle insaporite con panna acida e confettura) o i blinis (a base di farina d’avena e lievito). In Ungheria, Slovenia e Romania famosa è la palacinka che ha l’olio nell’impasto e servita accompagnata da fiocchi di latte e uvetta. Negli Stati Uniti le crespelle equivalgono ai pancake, frittelle più lievitate e morbide che sono solitamente servite con burro e sciroppo d’acero.
Andando oltre Oceano, in Giappone, si vede come le crespelle siano diventato un “must”. L’occidentalizzazione ha portato infatti all’apertura di molti ristoranti americani, italiani e francesi e tra i piatti più apprezzati si trovano le crespelle. Due sono le varianti più in voga: i dorayaki, di stampo più tradizionale, che consistono in una sorta di pancake farcito con l’anko, una crema dolce di fagioli rossi; e le Harajuku crepes, che prendono il nome dal quartiere dove nascono e si tratta di crespelle sottilissime farcite con creme, frutta e gelato.
In Italia invece le crespelle sono utilizzate in vari modi. L’impasto delle crespelle è di base neutra. L’aggiunta di un pizzico di sale o zucchero può farle diventare adatte per un piatto dolce o salato. Nel napoletano, per esempio, le crespelle sono utilizzate per fare i cannelloni. Una volta formata, viene poi farcita con mozzarella ricotta e carne, arrotolata e messa in teglia con salsa.
Girare le crespelle
Chiunque abbia fatto almeno una volta le crespelle sa che averle perfettamente rotonde e girarle non è un compito facile. Molti si saranno cimentati nel farle “saltare” e si saranno ritrovati con l’impasto sparso ovunque, oppure non si è riusciti a stendere per bene l’impasto che risulta così o troppo doppio o troppo sottile…
Bisognerebbe innanzitutto assicurarsi che l’impasto sia sufficientemente elastico. Dopodiché si hanno diverse opzioni opzioni: utilizzare lo stendicrepes , o un piccolo mestolo in modo da avere lo spessore giusto; mentre per girarle si può usare o una spatola in gomma o, facendo molta attenzione, inclinare la padella e con un movimento secco del polso far saltare la crespella.
Che utilizziate una spatola, o le facciate saltare, che le facciate dolci o salate, una credenza vuole che durante la cottura al momento di girarle bisogna esprimere un desiderio. Provate e pensate che ogni crespella che farete sarà un desiderio!
Simona Celentano
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