La bella cittadina spagnola di Valencia dove è nata la Paiella
Ciò che accomuna la cucina valenciana con la nostra è la dieta mediterranea che predilige l’uso dell’olio d’oliva, dei cereali e dei prodotti della terra. A Valencia le influenze derivate dalla dominazione araba si fanno particolarmente sentire nella cucina. La coltivazione del riso ne è un esempio. Con tale alimento viene cucinata la tipica Paella Valenciana , il piatto più famoso per eccellenza al quale viene annualmente dedicata la “Semana de la Paella”. Quest’anno dal 5 al 16 giugno sarà possibile assaggiare le ricette più tradizionali nei migliori ristoranti del centro: Veles e Vents della Marina, Casa Carmela nel Cabanyal o nel ristorante Albufera dell’Hotel SH Valencia Palace. Secondo una leggenda sono gli uomini a cucinare di domenica la Paella per far riposare la propria donna, che cucina durante tutta la settimana. Tale mito spiegherebbe l’etimologia del nome di questo piatto: “pa-ella” cioè “per-lei”. La Paella nasce nell’Albufera, una riserva naturale circondata da risaie e boschi a 10 km da Valencia, e annovera tra i suoi ingredienti: riso, pollo, coniglio, a volte anatra, zafferano, fagioli, verdure e rosmarino. Gli ingredienti a chilometro zero provengono da la Huerta, uno dei sei frutteti in Europa che sorgono sul limitare dei centri urbani. Tale luogo testimonia la grande tradizione agricola valenzana con le sue coltivazioni di riso, gli aranceti, i vigneti e i tipici casolari detti alquerías. Tutti i prodotti che vengono poi portati al Mercado Central situato all’interno di un gioiello di architettura pre-modernista.
Anche il pesce è sempre fresco perché proviene dai mercati del pesce di Cabanyal e di Loca de Pescado. Cabanyal è un borgo di pescatori che negli ultimi anni si è trasformato vedendo sorgere molti ristoranti e discoteche. Un’antica fabbrica di ghiaccio è diventata un centro culturale gastronomico. Mantenendo ancora le caratteristiche di un tempo con le sue case variopinte grazie agli inserti di ceramica sulle facciate, Cabanyal è stato dichiarato bene d’interesse culturale della Spagna. Il locale più alla moda è la Marina Beach Club: un ristorante che di sera diventa anche una discoteca per poter deliziare tutte le fasce di età. Il bar è sul bordo di una piscina contornata da palme: un vero paradiso soprattutto al tramonto.
Qui si può degustare la Horchata di Valencia , una bevanda di origini talmente antiche da essere soprannominata la “bevanda dei faraoni”. Essa viene preparata con acqua, zucchero e chufa, un piccolo tubero estratto dalle radici della juncia avellanada che veniva già utilizzato nell’antico Egitto. Il nome “Horchata” deriva dal latino “hordeāta” che significa orzo, quindi in origine la Horchata era “acqua di orzo”. Una leggenda popolare racconta che quando il Re Jaime I de Aragòn (El Conquistador) arrivò a Valencia , fu accolto da una fanciulla che gli offrì una ciotola con una bevanda fresca, bianca e dolce. Bevendola, il Re esclamò la famosa frase “¡Aixo no es llet, aixo es OR, XATA!,” che significa “questo non è latte, questo è oro, ragazza!”.
HARRY DI PRISCO
Redazione La Buona Tavola
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