Quindici anni fa Stefano Micillo, imprenditore napoletano ramo pelletteria, si rese conto che nella città cinese dove gestiva la sua attività non vi era un luogo dove mangiare una pizza napoletana che gli ricordasse casa. Nasce così, forse per un capriccio, forse per un’intuizione, o forse per pura “saudade” partenopea uno dei gruppi di ristoranti napoletani più importanti della Cina.
LE PERSONE DIETRO LE PIZZERIE IN CINA
Era il 2010 quando Stefano Micillo si accorse che a Suzhou, la città dalla quale gestiva i suoi affari, nonostante la vivacità non c’era una vera pizzeria napoletana. L’unico modo per trovarne qualcuna era recarsi a Shangai. Decise, quindi, di aprire la propria in società con la moglie Daniela e il giovane Enzo Carbone, noto chef napoletano in Cina. Nasce così, sul lago Jinji, la prima sede di Mammamia pizzerie, un gruppo che oggi conta 8 pizzerie in Cina. L’impulso al gruppo arrivò poi con l’incontro con Umberto Sorrentino, napoletano che dopo la laurea in Management delle imprese turistiche vola in Cina per raggiungerlo. Umberto contribuisce alla crescita, segue le nuove aperture fino al 2020 e, dopo una parentesi come F&B Manager per un hotel del gruppo Hyatt, torna nel 2024 con il ruolo di Partner Director di tutte le filiali del Mammamia group.
LE PIZZERIE IN CINA DEL MAMMAMIA GROUP
Il gruppo Mammamia attualmente è composto da tre sedi in Suzhou. La capostipite sul lago urbano di Jinji, una seconda sulla sponda del lago Yangcheng e la terza nella zona vecchia della città. Altre due sono a Shanghai, una nel mondano distretto di Jing Ang, e l’altra nel Hongqiao, un quartiere moderno che si estende fino al mare. Chiudono il cerchio le pizzerie a Wuxi, importante centro turistico e culturale a nord di Shanghai, a Guangzhou, capoluogo del Canton al centro della più grande area metropolitana abitata del mondo, la Guangdong–Hong Kong–Macao Greater Bay Area e infine una filiale a Kunshan, centro a metà strada tra Suzhou e Shanghai. Non finisce qui l’impegno per la diffusione della pizza e della cucina napoletana in Cina del gruppo. Sono in cantiere due aperture nella popolosa Shanghai, dove gestisce anche “ChePasta!”, un piccolo corner store di pasta fresca all’italiana. Un universo di italianità e napoletanità che ha permesso al gruppo di inanellare vari riconoscimenti fin dalla loro apertura. Mammamia è dal 2020 nella Guida alle Pizzerie del Gambero Rosso e nel 2023 sono l’unica catena cinese della 50 Top World Artisan Pizza Chains.
LE PIZZERIE IN CINA COME UNO SPACCATO DI AUTENTICA ITALIA
Il successo di Umberto e Stefano si è costruito sulla fedeltà allo stile napoletano, per essere precisi alla storica versione “a ruota di carro”. Niente contemporaneità modaiola quindi ma testarda e pulita valorizzazione degli stili classici e popolari dell’arte bianca partenopea. A differenza del passato, quando la cucina napoletana e italiana si plasmavano su gusti locali per il pubblico internazionale, oggi il pubblico vuole vivere un’esperienza napoletana quanto più vicina a quella che può trovare nel Belpaese. E per questo gli ingredienti devono essere anch’essi autentici. Come ogni pizzeria si parte dalla farina, e il fornitore ufficiale è il rinomato Molino Caputo. Accanto alla materia prima per eccellenza vi sono i formaggi, che vengono forniti da Latteria Sorrentina. Poi chiaramente il pomodoro e i preparati di esso, che sono a firma de La Torrente, importante marchio di Sant’Antonio Abate. Solo il 20% dei prodotti non sono di origine italiana: verdure fresche, acquisite dai ricchi mercati locali, e la carne da griglia, importata dall’Australia.
NON SOLO INGREDIENTI: IL MADE IN ITALY UMANO
Oltre agli ingredienti, c’è un altro fattore che rende le pizzerie del gruppo un apprezzato spaccato di Napoli e d’Italia nella terra del dragone: la presenza di italiani nei ruoli chiave. Su scelta di Umberto in ogni pizzeria vi è un manager o un executive chef proveniente dall’Italia. Attualmente infatti l’executive chef del gruppo è il napoletano Carmine D’Arienzo, faro tecnico del gruppo. Al personale non italiano invece, viene offerto periodicamente un periodo di apprendistato a Napoli, presso pizzerie o locali convenzionati con il gruppo. Percorso vissuto da uno dei pizzaioli di punta del gruppo, Luca Dai (al secolo Xuan Dai), pizzaiolo cinese finalista del Trofeo Caputo. Un successo indiretto, e conferma della bontà della strategia, ci racconta proprio Umberto, è dato dal cambio di rotta del colosso americano “Pizzahut” in Cina. Le loro pizzerie hanno iniziato a proporre pizze più simili all’originale esperienza della pizza napoletana, a sfavore di ricette e stili “italian sounding”, che stanno perdendo presa sui consumatori delle varie megalopoli della repubblica popolare.
LA PIZZA COME PIATTO DA CONDIVISIONE
Abbiamo chiesto a Umberto se trovasse similarità culturali tra l’approccio alla tavola cinese e quello italiano, che abbia potuto favorire il successo delle loro pizzerie. Ci ha spiegato che uno degli elementi fondamentali della cultura gastronomica di Pechino e dintorni è il principio di condivisione; sono rari i piatti elaborati in formati individuali. La pizza, dunque, presenta una struttura ideale per soddisfare questa mentalità, essendo una pietanza intera ma che si consuma una porzione alla volta. Questa caratteristica incontra perfettamente le abitudini del consumatore cinese. Gusto italiano prestato alle consuetudini cinesi e non stravolto per farlo assomigliare, come si usava fare in passato nelle pizzerie o trattorie italiane in giro per il mondo. E se si passa dalla pizza ai tanti piatti della tradizione napoletana proposti, l’analogia diventa ancora più forte. La maggior parte delle ricette della domenica campane, napoletane o italiane nascono proprio con lacondivisione a tavola, ottime per l’approccio del pubblico cinese.
LE PIZZE PIÙ RICHIESTE NELLE PIZZERIE IN CINA
Ma quali sono le pizze che hanno conquistato gli abitanti di Shanghai, Suzhou o Wuxi? Abbiamo chiesto sempre a Umberto di farci una classifica basata sulle vendite dei vari punti vendita del gruppo. Al primo posto nessuna sorpresa: come in Italia e nella maggior parte del globo, la Margherita regna sovrana. Subito dopo viene la Diavola, richiesta con aggiunta di peperoncino, e non c’è da stupirsi vista l’abitudine di molte aree della Cina al “gusto” piccante. La terza invece è una pizza bianca, quella che nel loro menù viene denominata “Campagnola”, ed è la classica prosciutto cotto e funghi. Tre ricette storiche e quanto più classiche sul podio quindi, senza modifiche o sfumature. La ricetta integrale e fedele di Mammamia group ha colto nel segno e la fame di pizza, napoletana, in Cina cresce sempre di più. Grazie anche al capriccio, o forse intuizione di Stefano Micillo e all’intransigenza e lungimiranza di Umberto Sorrentino.
Mammamia! Group
Indirizzi e Contatti:
SUZHOU
Ligongdi Road, Area#01, B1 B2, SIP Suzhou – +86 (0512) 6272 9800 – reservation@mammamiapizzeria.com.cn
Unit M2,NO.969 Yangcheng Ring Road Yangcheng Hu Peninsula SIP Suzhou – +86 (0512) 6733 2272 – david@mammamiapizzeria.com.cn
SHANGHAI
No.758 Julu Road (1F, B2),JingAn District, Shanghai – +86 (021) 6266 8953 – shanghai@mammamiapizzeria.com.cn
Unit D7, Shanghai Village No.88 Shendi East Road Pu Dong New Area, Shanghai – +86 (021) 3157 9561- leoli@mammamiapizzeria.com.cn
WUXI
No. 34 Yang Chun Xiang, No. 9 Yongle East Road Wuxi, Jiangsu, close to Nikko Hotel – +86 (0510) 85089808 – Betty@mammamiapizzeria.com.cn
GUANGZHOU
4/F Guangzhou International Finance Center, No.5 Zhujiang Road West, Guangzhou – +86 020 87085911 – reservation@mammamiapizzeria.com.cn
Valerio Dussich
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