Siamo nella Campania Felix a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta in un paese, Macerata Campania, che mantiene ancora le caratteristiche agricole. E Luca Doro, un ragazzone che ha sposato una bella ragazza colombiana, che lo aiuta in pizzeria, è rimasto legato alle tradizioni contadine della sua terra che troviamo tutte nella sua pizza. Oltre alle farine nazionali mollite a pietra Luca ha dato vita con agricoltori locali a piantagioni di grani antichi che provvede poi a macinare in un piccolo molino, Mirra, nel beneventano.


L’amore per la sua terra lo ha portato a valorizzare i prodotti presidi Slow Food a cominciare dal Lupino Gigante di Vairano, la Cipolla di Alife e così via, tanto da farlo entrare di diritto nell’Alleanza dei Cuochi e dei Pizzaioli di Slow Food e pertanto anche nella omonima guida.
Una presenza che si sostanzia anche con la partecipazione agli incontri nazionali organizzato dall’associazione fondata da Carlin Petrin da Cheese Terra Madre a Bra e a Torino, per non parlare di Leguminosa che si tiene a Napoli.
Ma Luca Doro da un anno è diventato anche Ambasciatore del Gusto, l’associazione la cui presidente è Cristina Bowerman chef stellato Michelin di Roma che è protagonista all’estero dell’Enogastronomia italiana, soprattutto nella settimana di fine novembre, in cui nelle Ambasciate italiane e nei Centri di Cultura viene esaltata la nostra cucina.
Ma ritornando al locale Pizzeria Doro Gourmet di Macerata si nota subito l’attenzione per il Green. In sala si può notare un albero al centro di un tavolo di legno così come anche le altre suppellettili del locale. Ben due forni a legna ed uno a convenzione, 50 posti comodi ed uno sviluppo a breve di raddoppio grazie ai locali attigui che si sono liberati.

Carta dei vini e delle birre che possono soddisfare le esigenze di un cliente attento più alla sostanza che alla forma. I riconoscimenti non sono tardati ad arrivare infatti sono ben due gli spicchi di Gambero Rosso. Una tappa obbligata per i pizza lovers che potranno trovare una pizza non solo classica ma anche nel ruotiello e in pala proprio per continuare ancora la tradizione di famiglia.
Redazione La Buona Tavola
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