La pizza non ha bisogno di grande ricerca nelle tipologie di grani utilizzati, ma solo di lunga e paziente maturazione dell’impasto, poco lievito e prodotti freschi e genuini della regione: questo il concetto di lavoro nel settore dell’arte bianca secondo Enzo Fiore, titolare del ristorante pizzeria ‘O Curniciello di Napoli. Un prodotto di farina che non segue le mode, ma solo il valore di un impasto appreso lungo il percorso professionale, in grado di garantire un disco di pasta dal cornicione alto e vuoto all’interno.
Il nome del ristorante pizzeria stringe un rapporto interessante con la tradizione e il folklore del capoluogo campano: ‘O Curniciello in napoletano identifica il cornetto portafortuna di colore rosso in grado di allontanare il malocchio – secondo le proprietà che gli sono attribuite – ma soprattutto riprende la forma del peperoncino rosso piccante. Un ortaggio simbolo della cucina mediterranea che, nella tradizione culinaria napoletana, trova posto in diverse pietanze : “il peperoncino aggiunge un tocco di sapore inconfondibile a diversi piatti, come anche alla nostra pizza Il Sole – spiega il ristoratore – si tratta di una specialità di farina con otto punte che ricrea la forma di un sole”.
Dalla spiegazione del pizzaiolo imprenditore si ottiene l’idea di una pietanza ricca: il cornicione accoglie ripieno di ricotta di bufala, ingrediente che spiega la decisa identità partenopea del piatto. “Al centro un sottile strato di salsa alla zucca – spiega lasciando immaginare il giallo acceso tipico dell’ortaggio – tra gli altri prodotti ci sono funghi porcini, provola e scaglie di parmigiano”. Il piccante conferito dal peperoncino giustifica il nome della specialità di pizza: “la spezia mediterranea conferisce calore al gusto, richiamando la potenza del sole” afferma Enzo Fiore.
Il locale è molto rinomato anche sul fronte della cucina, il luogo in cui Enzo Fiore ha conosciuto l’amore per il mestiere alle prese con fornelli, farina e bighe di impasto per la pizza: “all’età di undici anni mio padre mi mise di fronte a una sfida più grande di me, dovevo aiutarlo ad arrostire 130 gamberi durante la preparazione del banchetto di un matrimonio”. La difficile situazione per il giovane Enzo alle prime armi in cucina, si era rivelata una vocazione per il lavoro nel settore della ristorazione.
Un piatto che rappresenta un’eredità di famiglia è lo Squaquecchia: il nome deriva da un soprannome del suo inventore, il rinomato chef napoletano Armando Fiore – nonchè padre di Enzo – considerato il piatto preferito del celebre calciatore Diego Armando Maradona, mantiene un fascino misterioso perchè non sono ancora stati svelati tutti i suoi ingredienti. “Le dico solo che si tratta di un bucatino con pesto di basilico, prezzemolo, sedano e pomodori del piennolo, ma c’è ancora qualche segreto legato al piatto che rimane un brevetto di famiglia”, spiega il titolare del ristorante ‘O Curniciello.
Sacrificio, passione e spirito di squadra sono vitali per chi conduce un’attività basata sulla qualità quotidiana dei prodotti: “se il locale ha raggiunto un certo successo è dovuto al supporto morale e psicologico che ho ricevuto da mia moglie”, spiega il ristoratore. “Grazie a lei il mio entusiasmo verso questa avventura rimane sempre acceso, riesco a credere con vigore in tutto quello che faccio per la mia attività” ha proseguito Enzo Fiore, segno che un clima disteso ma sempre unito e pronto al sostegno reciproco è un elemento fondamentale per il buon andamento di un ristorante.