“L’Arte presa per la gola” narra il mondo del pesce attraverso i dipinti e la letteratura

Il 6 maggio si è svolto l’ultimo incontro dell’Arte presa per la gola presso il Mercato Centrale di Roma. Il tema era quello del mondo del pesce e del pescato, raccontato attraverso i dipinti di grandi artisti e i testi di eccezionali scrittori.

L’arte, la letteratura e l’enogastronomia spesso vengono percepite come compartimenti stagni, totalmente distanti tra loro, ma non è così.

Lo scopo delle conferenze dell’Arte presa per la gola è quello di mostrare come queste materie siano costantemente in contatto.

Proprio attraverso l’arte e la letteratura si può comprendere l’evoluzione dell’enogastronomia. Il 6 maggio, presso lo Spazio Fare del Mercato Centrale di Roma Termini si è svolto l’ultimo incontro della serie di conferenze dell’Arte presa per la gola.

Arte presa per la gola

Tutto ebbe inizio quando la giornalista e storica dell’Arte Fabiana Mendia mostrò il progetto della sua ArteInDiretta all’imprenditore Umberto Montano (fondatore del Mercato Centrale di Roma).

Entrambi nutrono da sempre una gigantesca passione per l’enogastronomia. Tale connessione li ha portati a realizzare questo viaggio durato mesi, all’insegna del cibo, dellle ricette classiche, della letteratura e dell’arte. 

Ogni incontro ha approfondito l’analisi di opere d’arte (mosaici, affreschi, dipinti, sculture, incisioni).

Esso è stato impreziosito poi dalla lettura, ad opera dell’attore Sergio Basile, di alcuni stralci di testi letterari che hanno come fulcro il cibo.

La conferenza del 6 Maggio

Arte presa per la gola

Il titolo dell’incontro Al largo e sottocosta. Non parliamo di pesci in barile. Le orate di Velázquez e l’aragosta di Dalì mostra subito il desiderio di trattare il tema del pesce e del pescato sotto un’ottica artistica, analizzando l’evoluzione della cucina di mare attraverso l’analisi di dipinti di autori italiani, fiamminghi, olandesi, francesi, tedeschi, spagnoli, nonché di brani letterari.

I mari e gli oceani hanno sempre affascinato l’uomo, soprattutto per il mistero che celano. La superficie dell’acqua e i fondali sono abitati da numerose e differenti specie di pesci.

Questi ultimi nei secoli hanno assunto valenze differenti, tanto da affermarsi come protagonisti di opere d’arte e veicolo di significati simbolici.

I dipinti sui quali si è soffermata di più la curatrice Mendia sono stati il Cristo in Casa di Marte e Maria di Velázquez e il Lobster Telephone di Dalì. Quest’ultima opera ha reso possibile anche la realizzazione del celebre abito The Lobster Dress di Elsa Schiaparelli.

Il pesce attraverso le opere di Velázquez e Dalì

Il dipinto di Diego Velázquez, oltre a raffigurare delle donne intente a parlare, in secondo piano mostra una natura morta, che suggerisce la ricetta spagnola dell’orata in crosta di sale in salsa Alioli.

Il pittore invita l’osservatore a entrare, a sfiorare la materia prima e ad annusare gli odori che vibrano nell’ordinata e silenziosa atmosfera della cucina.

L’aragosta è uno dei crostacei associati alla ricchezza, ma non tutti sanno che è stata anche l’icona del surrealismo, grazie soprattutto a Salvador Dalì e al suo Telefono Aragosta.

“La prima versione del telefono afrodisiaco  – spiega la curatrice – fu esposta in occasione dell’Esposizione Internazionale del Surrealismo presso la Galerie des Beaux-Arts di Parigi nel 1938. La forma fallica dell’aragosta e il suo relativo potere afrodisiaco generano indubbiamente associazioni di carattere erotico. Tuttavia, il crostaceo era una delle figure più apprezzate nella personale simbologia di Dalì: l’artista avvertiva la consistenza rigida del carapace come una vera e propria corazza difensiva, metafora del ventre e dello scudo che lui stesso si era costruito a difesa della propria fragile e controversa identità”.

Arte presa per la gola

Un altro elemento marino associato all’eros sono le ostriche. Queste ultime hanno da sempre avuto la fama di essere un mollusco afrodisiaco e per tale ragione sono celebrate da molti pittori e scrittori, tra i quali Giacomo Casanova.

Il famoso donnaiolo veneziano, in uno dei suoi testi letto per l’occasione da Basile, raccontava del consumo di numerose ostriche durante le cene con le sue amanti, prima di immergersi in una notte di passione.

Questo insieme di riferimenti artistici e letterari ha accompagnato gli ascoltatori e uditori alla scoperta del mondo marino, dei suoi misteri e della sua evoluzione tra tele e fornelli, toque e pennelli.

Il buffet dell’Arte presa per la gola

Prima del dibattito è stato possibile degustare dell’ottima pizza rossa, accompagnata da un buon calice di vino. Ma dopo la conferenza, a prendersi la scena nel banchetto ci ha pensato un primo di pasta fredda condita con gamberi (tema pelagico che ritorna), zucchine e pomodori pachino. Senza dimenticare le patate al forno, i supplì (siamo pur sempre a Roma), e delle fette di pizza bianca e rossa. Il tutto accompagnato dalle bollicine di Prosecco, dal vino bianco e da quello rosso.

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Matteo Cicarelli

Sono Matteo e sono laureato in Lettere Moderne e in Editoria e Scrittura. Fin da quando sono piccolo amo raccontare storie. La gastronomia è una delle mie più grandi passioni e adoro parlarne, anzi… scriverne.

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