Origine
Le orecchiette pugliesi sono un formato di pasta dalla tipica forma a “orecchio” appunto, tipiche della Puglia. Tuttavia, ormai, non è insolito trovarle sulle tavole di tutta Italia.
La loro origine è incerta in quanto non ci sono dei veri e propri documenti che ne attestano la nascita. L’ ipotesi più remota è che abbiano origine, come quasi tutte le odierne ricette, dai Romani.
Questi avevano infatti un formato di pasta che era chiamato “lixule”dalla forma concava e ottenuta da acqua, farina e formaggio.
Secondo un’ altra ipotesi, deriverebbero dalla Provenza con i Conti d’Angiò che pare erano soliti consumare una pietanza francese medievale a base di “Crosets” una pasta preparata con farina di grano duro e acqua e dalla forma a disco che era poi lasciata essiccare.
Un’ altra teoria vede la nascita delle orecchiette a Bari tra il XII e il XIII secolo, durante la dominazione normanno-sveva dalla minoranza ebraica della zona, che avrebbe ricavato questa tipologia di pasta ispirandosi a dei dolci tipici ebraici.

Le orecchiette pugliesi: varianti
Qualunque sia lo loro origine, le orecchiette in Puglia assumono nomi e caratteristiche differenti a seconda delle zone.
Per esempio, famose sono le “chiancarelle” dalla forma più piccola, le “orecchie del prete” più grandi e infine le “strascinate” dalla forma bombata.
La ricetta tipica, le vede poi condite con le altrettanto famose cime di rapa, ma vengono solitamente servite anche con un ragù rosso.
Si tratta di un formato di pasta, infatti, che si presta a qualunque tipo di condimento: dai più delicati, come sughi di pesce o verdure, a quelli più decisi, a base di carne.
Si tratta di un piatto talmente famoso, da avere persino una sua “controparte” dall’altro lato del Mondo: in Cina, infatti esistono le “orecchie di gatto” una versione più piccola delle orecchiette servite in brodo o in zuppa!
Insomma quale che sia la loro origine, o quale che sia il condimento con cui vengono servite, le orecchiette pugliesi sono sempre buonissime!

Maria Perrotta
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