Storie di vini e vigne: fiano di Avellino e Greco di Tufo in scena a Cap’alice.

Atmosfera familiare da Mario Lombardi, patron di Cap’alice, una eno-osteria napoletana che fa del vino il centro intorno al quale gravitano il pescato di mergellina e la cucina napoletana.

L’osteria ha un’offerta che varia ogni giorno a seconda di quello che il mare riesce ad offrire rielaborata dal giovane chef Luca De Castrisi, che propone a pranzo e a cena piatti diversi, o gustose piccole prelibatezze per accompagnare un tranquillo aperitivo a base di vino.

La carta di questi utlimi, infatti, è molto ricca e propone una selezione molto accurata effettuata personalmente dall’oste.

Cap’alice diventa quindi, un luogo riconosciuto e ricordato per la bontà delle pietanze offerte e soprattutto per  la possibilità di poter scegliere tra una speciale gamma di vini.

Il calore dell’ambiente è stato reso ancor più vivido dai profumi e dai sapori sprigionati nella degustazione del Greco di Tufo di Cantine Bambinuto di Marilena Aufiero e il Fiano di Vigna della Congregazione di Villa Diamante.

A presentarli la brava giornalista-sommelier Marina Alaimo accompagnata da un conversatore piacevole come Giuseppe Giorgio che ha illustrato il rapporto tra cibo e spettacolo.

Cantine Bambinuto si trova a Santa Paolina nel cuore storico di produzione del greco di Tufo, i vigneti sono, invece, nel territorio maggiormente vocato. La proprietaria Marilena ha deciso di concentrare la sua produzione in questo vino bianco irpino, che si distingue per esuberanza e particolarità. Il vigneto si estende per 6 ettari e si trova tra i 450 e i 500 metri di altitudine. La capacità produttiva di questo bianco locale è di 25.000 bottiglie.

Villa Diamante, fondata da  Antoine Gaita è, invece, a Montefredane. Si estende per 35 ettari e la sua posizione, 400 metri sul livello del mare, risulta fondamentale per la bontà del vino. Difatti, le escursioni termiche dal giorno alla notte sono molto intense e contribuiscono a rendere il fiano Vigna della Congregazione molto fine.

Oggi l’azienda è guidata direttamente da Diamante, a seguito della recente scomparsa di Antoine, portavoce esemplare del fiano di Montefredane nel mondo, riconoscibile per il suo gusto deciso.

La serata si è conclusa con la degustazione di un signor risotto alla zucca lunga con croccante di carciofi e un baccalà che si mangiava con il grissino.

 

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