Giordania: bontà sotto le stelle nel deserto del Wadi Rum

Andare in Giordania è diventato una specie di must turistico negli ultimi anni. Complice la perenne presenza sui social di immagini e video stupendi e l’alone di “mistero” della trainante Petra, il paese arabo sta facendo registrare afflussi di visitatori sempre crescenti.

Ma al di là delle cose da vedere…cosa di mangia da quelle parti? La gastronomia giordana non differisce particolarmente da altre tradizioni simili mediorientali. In ogni caso, vedremo insieme sia le bontà del posto che i luoghi più desiderati dai turisti. Si parte con una notte al chiaro di luna nel deserto.  

Cucinare, mangiare e dormire nel deserto del Wadi Rum

Il deserto del Wadi Rum è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti e famosi del mondo tanto da essere usato per alcune famose produzioni cinematografiche. Immenso, silenzioso, dai colori “marziani”: attraversarlo al calar del sole è qualcosa che andrebbe fatto almeno una volta nella vita. Questo deserto si trova nella parte meridionale della Giordania, circa sessanta chilometri dalla città di Aqaba. Nei tour organizzati, ma anche attivandosi tramite agenzie o corrispondenti locali, si possono effettuare escursioni nel Wadi Rum. Normalmente si viene condotti a piccoli campi base tendati dove trascorrere una o più notti. Non mancano soluzioni lussuose o all’ultimo grido come le note bubbles.  

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Il Wadi Rum offre numerosi punti di interesse spesso oggetto di film e documentari

Le esperte guide beduine vi guideranno con una disarmante sicurezza attraverso l’infinità sabbiosa sia a cavallo di un cammello che in jeep attrezzate per questo tipo di terreno. Proprio perché enorme e ricco di storia, il Wadi Rum nasconde diverse perle come pitture rupestri ancestrali, piccole oasi, flora e fauna del deserto e pareti rocciose degne delle migliori spedizioni.

Giunta la sera (e l’escursione termica non indifferente), le guide vi porteranno indietro alle vostre sistemazioni per concludere nel migliore dei modi la giornata. Ma cosa si mangia allora sotto le stelle? La cucina in Giordania non si discosta molto da esperienze simili come quella libanese o palestinese. Se quindi vi piacciono quei gusti le cose da provare non mancheranno.

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In Giordania i beduini sono esperti esploratori del deserto con un retaggio millenario

Il meglio della cucina araba

Partendo dall’hummus, l’onnipresente crema di ceci accompagna praticamente quasi ogni piatto giordano. Addirittura, la si trova nei negozi in confezioni simili ai succhi di frutta. Altre due tipicità che vedrete spesso sono la pita (pane sottile) e i falafel (le ben note polpette di ceci, cipolla, prezzemolo, aglio e coriandolo). Nella maggior parte delle occasioni sopra descritte vi verrà servito il mansaf, di fatto il piatto nazionale. Come da buona tradizione araba, ingredienti principali sono il riso, l’agnello e lo jameed (una sorta di yogurt).

Anche come attrazione turistica il mansaf viene cotto al momento dai beduini con curiosi “cooking-show” che fanno la gioia dei presenti, magari sorseggiando un bicchierino di tè. Questo piatto viene cotto su una piastra con l’aggiunta di spezie locali ed è considerato un simbolo di ospitalità. Molto simile è il maqluba, anch’esso servito spesso nei campi tendati, a base di riso, carne e verdure cotte tutte insieme in una pentola tipica

Ancora a base di carne è lo zarb. Potendo essere cotto sotto la sabbia, i beduini nel deserto renderanno felici i visitatori con questa singolare modalità di preparazione. La carne è accompagnata da diverse salse e verdure piccanti. Lo shish mensaf, invece, predilige la carne di montone condita con riso, salsa, spezie e latte di capra. Infine, c’è anche un noto piatto vegetariano, il tabbouleh. Si tratta sostanzialmente di un’insalata di quinoa con prezzemolo, menta, pomodoro, cetrioli, succo di limone e olio.

Giordania: non solo Petra

La nota “facciata di Petra”, ovvero “il Tesoro”…. è la prima cosa che si vede nel sito archeologico dopo aver attraversato la parte iniziale (compreso il siq, una sorta di canyon). Sito UNESCO dal 1985, Petra è col tempo diventata il simbolo dell’intera Giordania, anche grazie alla sua “visibilità” cinematografica. Il sito è un enorme complesso geografico-archeologico nel deserto ospitante numerosi punti di interesse. Un tempo questa zona ospitava l’antico popolo dei Nabatei che ivi si insediò intorno al VI secolo a.C.

Con la sua posizione strategica tra mondo Oriente e verso il Mediterraneo, nel corso dei secoli Petra divenne una città grande, ricca e crocevia di mercanti e culture. Tuttavia, nemmeno i Nabatei potettero resistere come altri popoli dell’epoca alla furia conquistatrice di Roma. Nel I secolo d.C. Petra fu annessa all’Impero nell’ambito della provincia siriana e su ordine dell’imperatore Traiano.

Nei secoli successivi e per varie ragioni Petra fu progressivamente abbandonata dai suoi abitanti fino a renderla un simulacro spoglio di un tempo che fu. Anche se il sito era probabilmente conosciuto alla gente del posto esso cadde nell’oblio del resto del mondo fino agli inizi del XIX secolo, quanto un esploratore svizzero la “scoprì” condividendone la notizia all’estero.

Oltre a Petra un’altra meta quasi obbligata è il Mar Morto (condiviso con Israele). Poter raccontare di aver fatto il bagno nel mare più salato della Terra (col suo curioso effetto galleggiamento) non è da tutti. Ampiamente note sono le proprietà curative di queste acqua, soprattutto per la pelle. Nei punti dove è possibile far il bagno sono a disposizione del pubblico anche i fanghi del Mar Morto con cui ricoprirsi prima di immergersi.

Per i più “spirituali” il paese vanta una tradizione unica per la storia della religione ebraica e poi cristiana. Per esempio, pare che sul Monte Nebo niente meno che Mosè intravide la terra promessa. In aggiunta, lungo il paese arabo scorre il fiume Giordano dove tradizione vuole sia stato battezzato Gesù.

Inoltre, nella capitale Amman vi sono pub, locali tipici, street art e tante bancarelle dove contrattare al miglior prezzo la merce che vi interessa. Dalla città non è molto distante la cosiddetta “Pompei d’Oriente”, cioè Jerash. Situata a circa trenta chilometri da Amman, l’antica “Gerasa” stupisce per magnificenza e bellezza, coi le sue strade lastricate e ornate da moltissime colonne.

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Mario Rafaniello

Mi chiamo Mario Rafaniello e sono un dottorando di ricerca presso il dipartimento di Scienze Politiche di Caserta. Vivo a Sessa Aurunca e quindi mi muovo per gli articoli dei locali su questa zona e limitrofe, fino al basso Lazio. Per lavoro viaggio molto e mi occupo di usi e costumi nel mondo, quindi la maggior parte dei miei articoli riguardano viaggi, tradizioni e curiosità inerenti al cibo. Sia con la laurea magistrale che nel dottorato mi sono occupato di agroalimentare, in particolare made in Italy. Quando posso trasferisco parte delle mie ricerche negli articoli per la buona tavola magazine.

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