La Locanda del Monacone e la cucina tradizionale napoletana

Quella della Locanda del Monacone può a ragione definirsi la classica storia breve ma intensa. Aperto solo pochi mesi fa, il ristorante gestito da Giuseppe Iaccarino, dalla moglie Raffaella Izzo e dal socio Francesco Porzio è diventato in pochissimo tempo un punto di riferimento del celebre Rione Sanità di Napoli.

Creato in un locale abbandonato da anni e che prima ospitava una sala slot, la Locanda ha puntato tutto sulla semplicità e sull’eccellenza dell’autentica tradizione gastronomica napoletana, contribuendo alla salvaguardia di un patrimonio da tenere vivo e trasmettere alle future generazioni. Tutto, come si dirà, “Made in Rione Sanità”.

Tutto merito di un “monacone”

Le origini del progetto risalgono a qualche anno fa, quando un gruppo di giovani cresciuti nel Rione costituì la società “Casa del ragù” con l’intento di aprire un locale innovativo e dal taglio moderno. L’idea iniziale era quella di un ristorante dallo stile avveniristico con giochi ed effetti di luci, ma un’incredibile vicenda cambiò completamente le carte in tavola. Proprio quando stavano per iniziare i lavori di ristrutturazione, la tristemente nota pandemia fa capolino sulla vita di tutti noi. Ogni cosa venne improvvisamente fermata: operai, progetti, sogni. Solo quando le restrizioni gradualmente si allentarono, i lavori potettero riprendere e, durante un intervento di demolizione di una parete di cartongesso, vennero fuori come per magia delle magnifiche maioliche del XIX secolo.

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Il buon San Vincenzo Ferrer all’interno della Locanda

Esse rappresentano niente meno che San Vincenzo Ferrer, patrono proprio del Rione Sanità. La scoperta, quasi “divina”, portò Giuseppe, Raffaella e Francesco alla decisione di modificare completamente il progetto originario. Come se il santo in persona avesse dato un suggerimento, il locale in costruzione assunse un taglio tradizionale e squisitamente napoletano con travi di legno e sanpietrini a terra. E dato che, si sa, ai napoletani piace abbondare, in onore al monaco Vincenzo nacque appunto la “Locanda del Monacone”. Inoltre, il profilo stilizzato del monaco è diventato il logo registrato del ristorante, facilmente riconoscibile dal pubblico.

La Locanda simbolo di rinascita

“Made in Rione Sanità”. Così recita la pettorina che orgogliosamente indossa lo staff della Locanda. Francesco Porzio racconta meglio il forte legame con lo storico quartiere: “Siamo tutti giovani figli e figlie di questo Rione, siamo cresciuti qui. Essere cresciuti qui è un requisito indispensabile per lavorare alla Locanda. Ci piace l’idea di incarnare noi stessi la rinascita del quartiere”. Negli ultimi anni è indubbio che tanto Napoli, quanto alcuni suoi quartieri abbiano vissuto un exploit turistico senza precedenti, complici i meriti artistici, cinematografici, musicali, gastronomici e, naturalmente, sportivi. “La Sanità è rinata grazie al turismo. Ogni giorno centinaia e centinaia di persone lo visitano, tra cui moltissimi turisti stranieri. Per noi è l’occasione di offrire a chiunque un’esperienza tipica”, afferma Francesco.

La sovraesposizione mediatica che riguarda Napoli da qualche tempo comporta continuamente onori e oneri. Non sempre le esperienze di rinascita sociale vengono raccontate a dovere. Quella della Locanda è una di queste, perché ha dato a tanti ragazzi e ragazze del Rione la possibilità di misurarsi in uno dei settori più in crescita del momento. A spingere l’intero progetto, secondo Francesco, è certamente l’amore per il territorio e per le proprie radici: “Questa è casa nostra e dobbiamo fare la nostra parte per rendere la Sanità all’altezza del suo retaggio storico e culturale. Il turismo da solo non basta”.

La cucina tradizionale napoletana

La Locanda, allontanandosi dall’idea iniziale grazie alla “intercessione” di San Vincenzo, offre un ambiente in stile tradizionale, senza fronzoli, al fine di presentarsi come un vero locale tipico della cucina napoletana. Quest’ultimo è il punto di forza, come spiega Francesco: “Volevamo distinguerci dalla classica offerta di pizzerie che tutti, soprattutto i turisti, si aspettano. Poter assaggiare i piatti originali della tradizione, come loro stessi ci raccontano, è una gioia unica. Ci ringraziano e si complimentano con noi. Basta leggere le nostre recensioni che registrano punteggi altissimi”.

Oltre allo staff anche i prodotti sono rigorosamente frutto della straordinaria terra campana. Persino i vini e i distillati. Menù alla mano, i piatti offerti spaziano dalla saporita parmigiana alla pasta fagioli e cozze, dagli ziti alla genovese alla pasta patate e provola, passando per i rigatoni al ragù. Anche negli antipasti, nei secondi e nei dolci si respira l’aria di Napoli: fritture, peperoni imbottiti, carne alla genovese, pastiera, babà e non solo.

Il futuro della Locanda è nel Rione

Nonostante i pochi mesi di vita, i titolari della Locanda hanno le idee ben chiare sul da farsi. Almeno sessanta posti a sedere nella Sanità, trasudante storia in ogni centimetro, non sono affatto scontati. Il boom turistico di Napoli, e del Rione in particolare, talvolta pone il problema dell’affluenza che in alcuni momenti dell’anno è davvero complicata. Come spiega lucidamente Francesco, nei quartieri storici delle grandi città è molto difficile che dei ristoranti e simili abbiano dei posti a sedere, e questo è già un vanto per la Locanda. Per il futuro la speranza è di poter allargare il locale per aumentare ancora di più la capienza e accogliere altri clienti incuriositi dalla cucina napoletana classica.

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Alla Locanda non poteva mancare una buonissima pastiera napoletana

La Locanda del Monacone

Via Sanità, 32/a, 80136, Napoli

Aperti dal lunedì al sabato pranzo e cena: 12:00-15:30; 19:00-22:30

Domenica: 12:00-16:00; martedì chiuso

Tel: +39 081 18197054

Mail: info@lalocandadelmonacone.it

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Mario Rafaniello

Mi chiamo Mario Rafaniello e sono un dottorando di ricerca presso il dipartimento di Scienze Politiche di Caserta. Vivo a Sessa Aurunca e quindi mi muovo per gli articoli dei locali su questa zona e limitrofe, fino al basso Lazio. Per lavoro viaggio molto e mi occupo di usi e costumi nel mondo, quindi la maggior parte dei miei articoli riguardano viaggi, tradizioni e curiosità inerenti al cibo. Sia con la laurea magistrale che nel dottorato mi sono occupato di agroalimentare, in particolare made in Italy. Quando posso trasferisco parte delle mie ricerche negli articoli per la buona tavola magazine.

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