Eda e Dino, Martino il Burattino, la galleria del rumore, il pozzo fatato, la famiglia delle Farine con Tritello, Crusca, Semolone e Semola. E, ancora, Dragone Maccherone e l’alito dei draghi: sono solo alcuni dei personaggi e dei fantastici luoghi del nuovo percorso didattico “Alla Scoperta del Pastamondo”, inaugurato da Sgambaro, storico pastificio conosciuto in tutto il mondo per la sua pasta di alta qualità 100% italiana, capace di trasformare i momenti salienti della produzione della pasta in una vera e propria avventura dedicata ai bambini delle scuole primarie.
L’esperienza didattica, che verrà inserita dai docenti all’interno del programma scolastico, intende far conoscere, attraverso la magia delle ambientazioni e dei personaggi, la sostenibilità della filiera alimentare della pasta Sgambaro, l’importanza di una corretta alimentazione, l’amore per l’ambiente e le risorse del territorio.
Un gioco animato in cui molino e pastificio diventano luoghi interattivi da esplorare e imparare a conoscere.
Il nuovo progetto ha alle spalle un patrimonio prezioso. Nel 1995 Sgambaro, sotto la guida di Sandra Sgambaro ideatrice del progetto, ha dato vita a un primo percorso didattico che accoglieva in azienda, ogni anno, più di 4.000 bambini delle scolaresche del Veneto.
Il progetto nasceva con l’intento di trasmettereai giovani studenti l’importanza della sana alimentazione partendo dalla conoscenza del chicco di grano fino al piatto di pasta che la mamma mette in tavola. Format e storia ora cambiano volto per interpretare al meglio le nuove istanze di sostenibilitàe rinnovare l’impegno che l’azienda ha con il territorio.
“Trent’anni fa abbiamo cominciato questa bellissima esperienza, che è entrata a far partedel background educativo di tanti bambini, oggi giovani adulti. Dopo tre anni di interruzione e dopo le tante difficoltà dovute alla pandemia, vogliamo riprendere con quella che per noi è diventata una missione: educare al cibo di qualità, insegnando ai più piccoli la cultura della bontà e della sostenibilità che si cela in un piatto di pasta”, spiega Sandra Sgambaro, titolare dell’azienda assieme ai fratelli Pierantonio e Roberto.
“Sono felice che il progetto riparta, con un format rinnovato ideato dall’attuale team marketing in collaborazione con talenti creativie illustratori del territorio. Il testimone è stato raccolto con entusiasmo, a seguirlo in prima persona Valentina Sartori, che è stata al mio fianco nei mieiultimi anni di operatività”.
Al termine del percorso, l’avventura continua sui banchi di scuola, dove i bambini potranno sviluppare e approfondire i temi affrontati nel corso della visita grazie a un piccolo libroa cavallo tra fiaba e fumetto che ripercorre l’avventuradi “Eda e Dino alla scoperta del Pastamondo”.
“Alla scoperta del Pastamondo è la continuazione di un percorso concepito per osservare, capire, indagare e gustare, ciò che mangiamo e che è responsabile del nostro benessere e della salute del pianeta“, spiega Valentina Sartori.
“Da un semplice chicco di grano sono nate e nasceranno tante iniziative, a partire dal materiale didattico che viene consegnato agli alunni e che permette di approfondire anche in classe temi importantissimi per il futuro delle nuove generazioni”.
Il viaggio di due piccoli eroi: Eda e Dino
“Eda e Dino alla scoperta del Pastamondo” è una storia fantastica ricca di personaggi e piccoli grandi ostacolida superare per tornare a casa.
I protagonisti sono due bambini, che tra varie peripezie, scoprono l’importanza di un’alimentazione sana e genuina, basata sulla bontà del piatto icona della dieta mediterranea: la pasta.
L’avventura inizia dopo un’indigestione di junk food, che fa risvegliare i nostri due eroi, in un luogo sconosciuto, dove incontreranno una strana marionetta: Martino il burattino.
Anche lui da bambino, dopo aver esagerato con le merendine, è stato catapultato in quel mondo lontano e vi è rimasto intrappolato sotto forma di burattino.
Il misterioso personaggio consegna ai bambini una mappa che mostra le varie sfide del Pastamondo, che Eda e Dino dovranno superare per poter tornare a casa.
Ogni sfida e tappa del viaggio di ritorno rappresenta una delle fasi di produzione e lavorazione della pasta.
Dalla “Galleria del Rumore”, cioè la sala di macinatura, passando per le “Stanze dell’Olezzo”, dove i bambini hanno modo di sentire l’odore della farina e conoscerne le varietà, presentate nel racconto come la famiglia delle farine, composta da: Tritello, Crusca, Semolone e Semola, Semolino e Semolina.
Seguono la “Torre Altissima”, mulino dai numerosi gradini, da cui si può vedere il vicino Monte Grappa e la “Stanza delle Bandierine” dove vengono spiegate le difficoltà successive.
L’ostacolo seguente è l’“Alito dei Draghi”, cioè il calore prodotto dai macchinari per la produzione della pasta, seguito dalla “Sala Profumata” in cui il nuovo odore da memorizzare è quello della pasta appena fatta.
Il percorso si conclude con la “Sala degli Impasti”, dove i bambini possono manipolare l’impasto fresco creando un fiore con il formato di pasta delle ruote, per poi affrontare l’ultima sfida: “Gli specchi deformanti del Dragone Maccherone”, che non è altro che la macchina degli spaghetti.
Come tutte le storie per bambini, anche quella di Eda e Dino si conclude con il lieto fine: i due fratelli riusciranno a superare tutte le sfide e, imparata la lezione, prometteranno alla mamma di impegnarsi a mangiare cibo sano, soprattutto la pasta, ovviamente.
Il racconto è quindi il veicolo attraverso cui semplificare la comprensione del processo produttivo della pasta per il giovanissimo pubblico della visita, ma anche un modo per portare i più piccoli a rifletteresull’importanza delle materie prime genuine, dell’attenzione all’ambiente e della cura del proprio benessere attraverso il cibo.
Una tematica che sta a cuore al pastificio Sgambaro dal 1947, rinomato per la sua pasta di eccellente qualità prodotta con grano duro 100% italiano dal 2001.
Pasta Sgambaro: un inno alla corretta nutrizione
Dietro ai risultati e all’impegno di Sgambaro c’è una filiera virtuosa: i rapporti diretti con gli agricoltori intessuti da anni consentono di selezionare le migliori partite di grano che vengono preventivamente analizzate per avere una percentuale proteica superiore alla media presente sul mercato.
Per avere farine sempre fresche, i chicchi vengono macinati nel molino interno all’azienda senza essere surriscaldati e la semola viene in seguito lavorata in pastificio con acqua prelevata dal pozzo di proprietà profondo 140 metri. Il che consente di ridurre i trasporti e tutelare l’ambiente.
La lunga fase di essiccazione a bassa temperatura ne conserva le proprietà organolettiche e sensoriali.
Precursore del grano duro a km 0, di cui è stato pioniere in Italia, lo storico pastificio veneto è diventato un punto di riferimentograzie alla sua esperienza ventennale, iniziata quando il bio ero una parola relegata a una nicchia di consumatori.
Una scelta che si sposa con un benessere a tutto tondo, che parte proprio dalla nutrizione, unendo il fattore gusto alle esigenze di benessere e salute.