Aniello Rivieccio ha sempre avuto la convinzione che sarebbe diventato un pizzaiolo. Questo sogno si è realizzato e ora gestisce la pizzeria di famiglia Vecchia Napoli a Fabro

“Quando da bambino mi chiedevano quale lavoro avrei voluto fare da grande, non avevo dubbi e rispondevo con certezza il pizzaiolo”. Aniello Rivieccio proviene da una famiglia di pizzaioli e fin da piccolo sognava di stare dietro il bancone a impastare e a sfornare pizze. Il suo sogno si è trasformato in realtà. Infatti, oggi gestisce e porta avanti il locale di famiglia, ovvero la pizzeria Vecchia Napoli a Fabro (in provincia di Terni).
“Si potrebbe quasi dire – racconta il pizzaiolo – che sia nato in pizzeria. Ho sempre ammirato mio padre che stendeva le pizze. Tanto che appena ne ho avuto la possibilità ho iniziato a mettere le mani in pasta. A 9 anni ho realizzato la mia prima pizza. Da quel momento ogni volta che potevo andavo in pizzeria ad aiutare mio padre, tanto che a 14 anni già ero in grado di gestire da solo il reparto pizza”.

La storia de la Vecchia Napoli è la storia di una famiglia, che nel 1992 ha deciso di lasciare la Campania, più precisamente Torre del Greco, e trasferirsi in Umbria a Fabro. Dove ha preso in gestione una attività. Aniello Rivieccio si è formato grazie agli insegnamenti del padre, e sotto il suo sguardo attento. Dopo anni passati, a lavorare in famiglia si sente la necessità di intraprendere una propria strada.
“Ho lavorato – continua Aniello Rivieccio – con mio padre fino a quando avevo 19 anni. Ho sentito la necessità di fare esperienze diverse. Così ho iniziato a lavorare come coordinatore della gastronomia per le aree di servizio delle autostrade. Durante questo periodo, grazie agli stage offerti dall’azienda, ho approfondito le mie conoscenze riguardo le varie tipologie di farina e i differenti tipi di impasto”.
Dopo 10 anni, lontano dall’attività di famiglia, Rivieccio ha sentito la necessità di tornare dietro il bancone e mettere in pratica tutto quello che aveva imparato. Il desiderio più grande, però, era quello di arrivare a proporre la propria pizza.

“Mio padre – spiega il pizzaiolo – ha sempre realizzato una pizza napoletana tradizionale stg. Inizialmente, mi sono adeguato alla sua visione. Dopo i miei studi e vari stage, ho iniziato a intraprendere una strada differente rispetto alla sua. Così, sono arrivato a realizzare un impasto tutto mio. Ho deciso di utilizzare la biga a lunga lievitazione, mi attesto su una prima maturazione di 24 ore e una seconda di altre 24 ore, per poi chiudere l’impasto”.
Rivieccio è rimasto molto legato alla sua terra natale, tanto che molti prodotti soprattutto come la mozzarella di bufala o i pomodorini del piennolo se li fa spedire direttamente da Torre del Greco. Nelle sue pizze si nota una costante unione tra i prodotti campani e quelli umbri. Per lui, infatti, innovazione significa reinterpretare le ricette classiche, magari aggiungendo un prodotto a Km0 o trasformando una materia prima.

“Sono molto legato alle ricette tradizione e a quei sapori che ti fanno sentire a casa. Cerco di prendere le pietanze della mia terra e le reinterpreto in base alla mia esperienza. Secondo me l’innovazione è semplicemente una rilettura di quei piatti che fanno parte della nostra storia. Questa mia idea è ben rappresentata dalla Tricolore 2.0 (mozzarella fior di latte, pomodorini del piennolo del vesuvio gialli e rossi confit, basilico, mandorle tostate e prosciutto crudo di Norcia). Una pizza che racchiude tutta la mia vita, perché realizzata con prodotti provenienti sia dalla Campania che dall’Umbria”.
Pizzeria Ristorante Vecchia Napoli: Via dell’Osteriaccia 23c, Fabro (TR)
Instagram: Vecchia_napoli
Facebook: Vecchia Napoli