Masseria Clementina, azienda agricola a conduzione familiare gestita da Antonio Buscè titolare e sua madre Clementina Iervolino, ha come core business lo Zafferano del Vesuvio.

Antonio Buscè ha scelto le radici vesuviane delle sue origini per intraprendere con passione e impegno l’attività familiare dello zafferano del Vesuvio nei fertilissimi terreni lavici di Ottaviano, paese baciato dal sole, sotto lo sguardo attento del Monte Somma e del Vesuvio.
La madre Clementina Iervolino, oltre ad occuparsi delle vendite della masseria, è anche presidente da 3 anni della Strada del vino del Vesuvio e fa parte del consiglio direttivo del Gal Vesuvio Verde, che si pone da intermediario tra i finanziamenti Europei e le aziende del territorio vesuviano.
Masseria Clementina lavora in regime biologico e riprende l’antica coltivazione del pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, alla quale affianca quella del dolcissimo pomodoro giallo campano Giàgiù, confezionato a grappoli o trasformato in prelibate conserve.
I sei ettari di terreno di pertinenza dell’azienda, distribuiti tra noccioleti e frutteti, consentono altresì una vasta produzione di ottime nocciole e di albicocche del Vesuvio – Presidio Slow Food: Pellecchiella, Portici, Boccuccia Liscia, Palummella, Prete bello.





Lo Zafferano del Vesuvio
Core business dell’azienda è però lo zafferano del Vesuvio, una spezia di cui la masseria è prima e unica produttrice vesuviana, e per la quale ha ricevuto il certificato di eccellenza.


Masseria Clementina è una piccola azienda che, non appena sarà possibile e consentito, si amplierà con uno spazio degustazione, nonostante questo essa ha fatto progetti con le scuole e corsi sullo zafferano che quasi ogni anno vengono organizzati in collaborazione con la Sardegna.
I maggiori clienti che acquistano il loro zafferano sono per lo più ristoranti stellati, come anche per le albicocche che sono poi trasformate in confetture extra senza l’aggiunta di conservanti e coloranti.
Per quanto riguarda invece il Piennolo è venduto alle pizzerie ma anche a privati sia in Italia che all’Estero: Friuli Venezia Giulia, Molise, Danimarca, Svizzera e Romania.
Zafferano: innovazione e tradizione
Come spiega Clementina, lo zafferano è innovazione perché quasi nessuno lo coltiva, ma allo stesso tempo rappresenta un’antica tradizione perché già si coltivava all’epoca di Pompei: infatti in una villa chiusa c’è una effige pittorica che rappresenta una donna intenta a raccogliere fiori di zafferano in un campo.
Per questo motivo lo zafferano è entrato a far parte dei presìdi del paniere vesuviano di Slow Food.
In Campania era coltivato nel Medioevo dai monaci che lo utilizzavano come erba medica, infatti è un potente antiossidante, antidepressivo e antinfiammatorio naturale: a Portici stanno sperimentando, a quanto pare, lo zafferano per la Sla.
Ma deve essere usato a piccole dosi altrimenti produce l’effetto contrario, infatti nell’antichità le donne lo utilizzavano come abortivo: 20 gr di zafferano ingeriti possono causare la morte mentre, invece, una tisana allo zafferano è altamente depurativa e salutare nelle giuste dosi.

Dopo il Medioevo non si è più coltivato lo zafferano per l’alto costo della spezia, in quanto c’è un lavoro minuzioso perché viene svolto tutto a mano. Nello stesso giorno deve essere raccolto, mondato – fiori puliti e separati dagli stigmi – e poi essiccato nei forni.
Masseria Clementina
Via Municipio, 60 – Ottaviano (NA)
Telefono: 366 8047 512 / 333 5090 480
E-mail: info@masseriaclementina.it
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