“Wapo è collegato a un concetto di benessere – spiega il ristoratore Mario Rubino – privilegiamo la cottura a vapore e prodotti senza glutine per un concetto di cucina leggera e salutare, che non rinuncia a offrire la qualità del gusto”. È il concetto di ristorazione che Rubino ha impresso nel suo ristorante ricco di contaminazioni, il Wapo Natural Food: un ponte culturale tra mediterraneo e oriente che si ritrova nei sapori proposti.
“Per i nostri ravioli al vapore prepariamo una sfoglia di pasta di riso che riempiamo con i tre principali sughi napoletani: il ragù, la genovese e la puttanesca” spiega il proprietario del ristorante sito al Vomero, raccontando come questo primo piatto possieda caratteristiche asiatiche, come la metodologia di cottura e la pasta di riso, mentre il ripieno è un concentrato di cultura gastronomica partenopea.

La territorialità è un valore molto presente nella cucina del ristorante, non solo da un punto di vista culturale di alcuni preparazioni fedeli alla cucina partenopea, ma anche nell’utilizzo di materie prime strettamente regionali: “acquistando alcune nicchie di prodotti cerco di valorizzare il lavoro delle piccole aziende che compongono il tessuto produttivo della Campania – spiega Rubino – questa regione inoltre dispone di una vasta biodiversità alimentare, è da qui che attingo per offrire il meglio dei prodotti ai clienti del mio ristorante”.
Rubino parla fiero dei prodotti tradizionali campani che condiscono di sapori autentici la sua cucina: nella tavola del Wapo non manca il friariello del Vesuvio, la ricotta di bufala, il pomodorino del Piennolo e il maialino nero casertano. Persino l’acqua è oggetto di attenta ricerca: “l’acqua di Telese è l’unica acqua imbottigliata del ristorante – conferma – ha origine da una sorgente del beneventano; il suo iniziale odore di zolfo spiega la provenienza da un territorio di origine vulcanica, è depurativa per il fegato e assicura proprietà benefiche per la pelle”. Si tratta di un prodotto esclusivo e rappresenta un’eccezione rispetto all’acqua comune, che viene servita depurata grazie a un apposito impianto : “è la bevanda essenziale che non può mancare nell’ accompagnamento ai pasti, è un’imposizione concepire di pagarla” spiega Mario Rubino.
Un riferimento alla biodiversità delle materie prime si riscontra anche nella struttura del locale. Tante tipologie di legno si possono distinguere nella sala: “spesso si vede il legno pitturato, io ho scelto di scommettere sulla qualità di questo materiale e le sue varietà più belle e pregiate”, ha spiegato Rubino.

Il legno è presente anche sul soffitto, strutturato in modo da attutire il brusio che di solito si genera nei locali molto frequentati: “lamelle in legno rompono l’onda sonora, permettendo agli ospiti di apprezzare un ambiente vivibile e curato nei minimi dettagli” conferma il proprietario del ristorante. La passione di Rubino per il mondo del cibo e la gastronomia ha i tratti di una vera vocazione: “ho sempre sognato di dedicarmi al prossimo preparandogli da mangiare – spiega – sono un medico con la passione per la cucina, aprire questo ristorante è stato come realizzare un sogno nel cassetto: posso misurare le mie capacità grazie ai clienti che assaggiano i miei piatti. È il mio narcisismo culinario” prosegue il ristoratore. Dalla cucina priva di glutine alle cotture salubri, fino all’ambientazione ricca di richiami all’oriente, il ristorante del Vomero unisce questi punti di forza per realizzare una realtà all’insegna del buon cibo e del relax.