“Per ogni posto del mondo la cucina è il più affascinante indicatore delle tradizioni, usi e costumi della popolazione locale” spiega Carlo Capuano, ristoratore e proprietario del Sartù: luogo di ricerca nella combinazione di ingredienti legati alle stagioni e al territorio campano. Il ristorante del quartiere Vomero di Napoli propone un’esperienza esclusiva attraverso piatti legati alla tradizione o nati ex novo grazie all’estro dello chef.
Il nome Sartù deriva da un piatto storico della tradizione culinaria partenopea, testimonianza di come Napoli sia stata terra di dominazioni anche dal punto di vista gastronomico. “Il piatto da cui deriva il nome del locale è stato preparato per la prima volta dai monsù – ha spiegato il ristoratore – erano abili cuochi francesi che cucinavano per la nobiltà napoletana. Con il Sartù riuscirono a fare apprezzare il riso, solitamente conosciuto come alimento poco appetitoso”. La cultura culinaria francese è stata determinante nel capovolgere l’idea sul riso, alimento degno di poca considerazione a Napoli: “il cereale era spesso associato a un cibo della guarigione contro malesseri vari, il capoluogo campano inoltre è storicamente legato alla pasta”.
Sartù è un marchio che racchiude la passione di Capuano nel rispolverare piatti dal valore storico culturale nati a Napoli: “la tradizione è un punto di partenza importante per la cucina di Sartù – spiega il ristoratore – sui piatti del passato rimaniamo fedeli ai testi di Vincenzo Corrado, Ippolito Cavalcanti e Jeanne Carola Francesconi”. Si tratta di importanti autori del Novecento che hanno raccolto esperienze di vita gastronomica dai banchetti e le cucine più prestigiose presso la corte napoletana.
Capuano prosegue “insieme al modello classico di cucina concepiamo una tipologia di nuova concezione”. Una curiosità legata al locale del Vomero è un’atmosfera rilassante, aspetto che rende il Sartù un posto di destinazione per i clienti che vogliono vivere un’esperienza culinaria di qualità in un contesto di musica selezionata: “musica classica e jazz animano le serate nel mio ristorante” conferma Carlo Capuano.
La cucina nuova a cui faceva accenno Carlo Capuano è l’elaborazione di un linguaggio attuale, attraverso piatti che sono frutto di sperimentazione e passione per le buone materie prime fresche di raccolta: si tratta dei bottoni ripieni di coniglio in salsa alla puttanesca e le linguine con fegato di polpo e caffè.
Il quartiere Vomero con il ristorante Sartù vive la possibilità di ripercorrere le proprie radici gastronomiche grazie a “piatti creati in una maniera storicamente corretta” e, al contempo, apprezzare che la cucina sia in movimento, un repertorio in grado di guardare verso nuove possibilità di abbinamenti.