Un’attività ristorativa longeva che ha resistito nel tempo, nonostante tutte le difficoltà in due secoli e mezzo.

Il mestiere del pizzaiolo napoletano, così come il prodotto finito che ne deriva, viene salvaguardato dalla città e dai suoi abitanti. Ma nei tempi addietro, a inizio ‘800, la parola pizzaiolo ancora non esisteva. È proprio in quegli anni però, precisamente nel 1847, che nasce la stirpe di maestri della pizza Capasso, originariamente noti come Cafasso, cognome poi “corretto” in seguito. La pizzeria Capasso, situata a Napoli, precisamente a Porta San Gennaro a due passi da piazza Cavour e via Foria, ha mantenuto comunque l’errore ortografico.
I Capasso rappresentano una delle discendenze di pizzaioli più antiche di Napoli
Questa famiglia fu tra le prime a vendere cibo per strada a Napoli, quando ancora il concetto odierno di street food non si intravedeva neanche all’orizzonte, ma esisteva di fatto già da secoli nella capitale del Regno. Gradualmente, il mestiere del “maestro dei lievitati” fu poi riconosciuto e valorizzato nel corso del tempo.
“All’epoca i pizzaioli erano in realtà considerati soltanto dei friggitori“, conferma Giovanni Capasso, titolare e gestore della pizzeria Capasso insieme a suo figlio Vincenzo Paolo. Da ciò è facile comprendere quanto sia stata lunga la strada percorsa dalle famiglie come la sua, che gestiscono ancora locali centenari. “Gestiamo la pizzeria da ben 7 generazioni. Tra 5 anni festeggeremo quasi 2 secoli e mezzo di attività“, continua fiero Giovanni. Nonostante abbia attraversato tempi difficili e burrascosi, al suo locale si riconosce un grandissimo successo. “Il nostro locale è stato testimone di momenti felici, come la nascita della pizza napoletana, ma anche di periodi bui dovuti ai vari eventi che hanno segnato la città partenopea. Due esempi sono stati l’influenza spagnola del 1918 e, in tempi più recenti, la pandemia del Covid-19“, ricorda. La pizzeria Capasso è riuscita a superare ogni ostacolo: “Riceviamo tantissimi complimenti e lavoriamo particolarmente con i turisti“, spiega il maestro, ed effettivamente le 4 sale della pizzeria Capasso accolgono ogni giorno tantissimi ospiti. In totale i posti sono circa un centinaio all’interno, ai quali si aggiunge il terrazzo esterno con ulteriori coperti. Il locale ha uno stile semplice, tipico napoletano.

Un assaggio della storia della pizza napoletana grazie alla Centenaria pizzeria Capasso
Il progetto della pizzeria centenaria Capasso, fin dalle origini, è sempre stato quello di non alterare la pizza napoletana. Giovanni sostiene: “Siamo scettici, ad esempio, verso la pizza contemporanea col cornicione a canotto. Il nostro obiettivo è quello di mantenere le misure canoniche della pizza standard napoletana, non molto spessa, con diametro di 33 cm e un cornicione di 2 cm“. Il menu contiene un’ampia selezione di pizze classiche e, oltre alla Margherita e alla Marinara, c’è la Carolina, con pomodorini freschi, fiordilatte e basilico, e la San Gennaro, con pomodorini gialli, provola, salsiccia e basilico, in onore del Santo patrono di Napoli e dell’antica porta – che prende il suo nome – sotto cui è ubicata la pizzeria.
I clienti trovano in ogni caso anche pizze gourmet, che hanno un preciso significato per il titolare. “Per noi la pizza gourmet è quella che sostituisce un secondo piatto. Un esempio all’interno del nostro menu è la “Carrettiera” con fiordilatte, salsiccia sbriciolata e friarielli, capace di saziare anche da sola. Un piatto unico, praticamente, primo e secondo“. Spesso le pizze come questa si ordinano in occasione di pranzi di lavoro, che richiedono velocità e pasti consistenti, ma anche durante le feste di compleanno o le lauree. Tra i cavalli di battaglia vi è senz’altro la pizza con scarola e provola di Agerola.

Nella pizzeria Capasso la tradizione è legge
Oltre alle dimensioni della pizza, si è fedeli anche ai metodi di cottura e di lievitazione. Il forno a legna, per la pizza napoletana, è legge suprema: Giovanni utilizza il legname di faggio, che rilascia un aroma ormai divenuto parte integrante della pizza stessa. La temperatura del forno si imposta ai 430° circa, ma può aumentare leggermente in base alla tipologia di lavoro. Le farine usate sono pregiate e leggere, capaci di donare consistenza ed elasticità all’impasto, ma soprattutto di favorire la digeribilità. A ciò contribuisce anche la lievitazione, superiore alle 10 ore. È da menzionare una grande attenzione alla valorizzazione del territorio e alla qualità dei prodotti, testimoniata dall’uso di materie prime come il fiordilatte di Vico Equense, dei Monti Lattari.
Capasso è anche un ristorante tipico napoletano
Non solo pizza: da Capasso si può assaporare anche la cucina tipica napoletana. “Proponiamo sia pietanze a base di carne, sia di pesce. Anche in questo caso, si va sempre sul classico: alcuni esempi sono gli scialatielli ai frutti di mare e il misto di pesce alla brace, ma anche l’arrosto o la carne alla brace“.
Indirizzo: Via Porta S. Gennaro, 2, Napoli (NA)
Tel. 081 456421
Email: pizzeriacapasso@libero.it
FB: Pizzeria Capasso a Porta San Gennaro dal 1847
TRIPADVISOR: Pizzeria Capasso