Da Don Lisandro a Caserta: i vini del territorio e l’alta gastronomia a braccetto

Enogastronomia: ovvero, coniugare la gastronomia, l’arte della cucina, con l’esperienza enologica. Con Don Lisandro Osteria Moderna, il locale di sobria eleganza al centro di Caserta, si coniuga alla perfezione le due parti di un perfetto percorso degustativo. Ciò, è stato possibile, grazie all’esperienza in campo enologico della famiglia Bosco, che con Almerigo prima e con Gabriella adesso hanno sviluppato la Cantina di Lisandro. Una bellissima realtà che oggi può vantare una produzione di quasi centomila bottiglie.

Gabriella, forte della sua formazione in materie economiche, dopo aver lanciato la dimora di Charme Antica Dimora Ai Lecci, si è tuffata in un’impresa ancora più ardua: dare vita ad un ristorante di fine-dining. L’ha fatto in una città che ha visto perdere l’ultima stella Michelin del territorio, quella di Rosanna Marziale de Le Colonne. Eppure, la provincia di Caserta, è ai primi posti al mondo nelle classifiche per la pizza. Probabilmente è un approccio imprenditoriale sbagliato a determinare questa debacle della ristorazione di qualità in provincia di Caserta, in una regione che è seconda solo alla ricca e popolosa Lombardia per numero di ristoranti stellati.

La sfida non sarà semplice per far quadrare i conti su 25 posti, ma le spalle sono forti così come l’entusiasmo di Gabriella Bosco che ci sta mettendo. E per riuscire nell’impresa, da ottobre, è ai fornelli Angelo Fabozzo, 36 anni con esperienze in brigate stellate fuori regione e poi ritornato nella sua terra natia. Territorialità per l’utilizzo dei prodotti della terra, spesso presidio Slow Food, ma anche alla carne della provincia di Benevento, e anche modernità nell’utilizzo con tecniche di cottura che ne esaltano i sapori.

Stagionalità rigorosamente rispettata con la zucca gialla napoletana, tartufo bianco del Molise Mozzarella di Bufala Campana Dop e con il mischiato delicato castagne di Roccamonfina, fagiolo cerato di Alice e tartufo uncinato del Matese. Di grande sapore il risotto alle erbe spontanee del Giardino Inglese, posto all’interno della Reggia di Caserta che è a pochi passi, combinato con il petto d’anatra, animale caro alla corte di Re Ferdinando, con un connubio borbonico perfetto sia etimologicamente che organoletticamente.

Di pregio la proposta di mare con l’utilizzo di gamberi del Tirreno e di caviale, ma trova spazio anche il pesce azzurro. La componente enologica del ristorante non è coperta solo dalle etichette di casa incentrate, esaltati dall’utilizzo dei vitigni autoctoni Pallagrello bianco con il Lancella e quello nero insieme con il Casavecchia nel Terzarulo, ma anche dalla gran parte delle case vitivinicole della provincia,che trovano posto nella cantina scavata nella pietra proprio sotto al ristorante. Un ristorante in cui finalmente si potrà fare un percorso degustativo cibo-vino completo ed esaustivo nella territorialità.

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Tartelletta di frolla, crema e lamponi
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Redazione La Buona Tavola

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