Monkì è un format innovativo che incita i propri clienti a realizzare dei piatti a partire da 3 grandi tradizioni gastronomiche mondiali: sushi, poke e hamburger
La cucina non ha limiti. Non è un qualcosa di cristallizzato che non muta. La sua grandezza sta proprio nel suo essere multiforme, esistono delle basi dalle quali poi creare qualcosa di straordinario. Questa è l’idea sulla quale si basa Monkì di Lancusi (provincia di Salerno). Un format contemporaneo sul quale c’è la firma dei patron Andrea Geremicca e Martina Serino.

“Monkì nasce da un un’idea di tre amici. Il nostro desiderio era quello di reinterpretare in chiave moderna e italiane delle pietre miliari della tradizione enogastronomica mondiale. Abbiamo deciso, infatti, di proporre un delivery fondato sul sushi, sugli hamburger e sul poke. Volevamo creare una vera e propria trilogia del gusto, un incontro di sapori tra culture lontane tra loro”.

Questo format ha tentato di creare una connessione tra identità diverse, nella speranza di avvicinare gli italiani a sapori stranieri, ma allo stesso tempo è stata realizzata una vera e propria realtà democratica, nella quale non sono lo chef o il patron del locale a scegliere il piatto. Quest’ultimi si mettono a disposizione del cliente per dare vita a nuove creazioni. Viene proposto al cliente un vero e proprio gioco, ovvero la possibilità di costruire letteralmente una pietanza inedita.

“Credevo in un concetto innovativo, volevo mettere a confronto tre diversi volti del gusto, invitando anche gli stessi clienti a mostrarci il loro gusto. Una collaborazione tra noi e i clienti, con il solo scopo di creare un prodotto sempre diverso, loro scelgono gli ingredienti e noi li assembliamo. Il nostro obiettivo è mettere la nostra esperienza, tecnica, professionalità e prodotti di qualità a disposizione dei nostri clienti. Il nostro slogan, infatti, è come, quando e dove vuoi”.
I clienti possono scegliere tra i piatti che proposti, ma c’è anche la possibilità di crearli con le materie prime che vengono messe a disposizione. “Ho una particolare visione di innovazione, non credo nel cambiare la consistenza gli ingredienti, penso che la contemporaneità passi dalla libertà e credo non ci sia maggiore indipendenza se non creare un piatto da soli. Il cliente esce fuori dagli schemi precostituiti”.



Un vasto menu che va dai classici sushi e sashimi ai poke assemblabili, fino ad arrivare agli hamburger, che vanno da quello di pesce a quelli di carne passando per i burger vegani.
Se si dovesse chiedere, però, al patron il piatto emblematico del locale direbbe proprio: “la libertà e il gioco che permette ai clienti di ampliare i propri orizzonti fino a creare un prodotto nuovo”.
Matteo Cicarelli
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