Agostino Coppola, l’international maître de O’ Sbarazzino, ha raccontato come è nata in lui la passione per la mise en place e come fare per migliorare l’ospitalità italiana
La sala e la cucina sono due mondi differenti tra loro, ma con l’obiettivo comune di rendere indimenticabile l’esperienza del cliente. Due mondi slegati il cui unico trait d’union è il maître, figura che domina la sala e mantiene un costante contatto con la cucina. Nel ristorante O’ Sbarazzino a vegliare sulla sala e a raccontare i piatti ai clienti c’è l’international maître Agostino Coppola.

“Quando ero piccolo – spiega il maître – restavo incantato a guardare mio nonno apparecchiare. Lui lavorava come cameriere sulla ‘Tirrenia’ e quando, durante i pranzi in famiglia, preparava la mise en place rimanevo incantato a guardarlo. Quel momento ha segnato, per sempre, il mio destino. È stato lui il mio primo maestro, poi, attraverso lo studio, i corsi e l’esperienza ho affinato le mie capacità”. Agostino Coppola ha iniziato questo mestiere da giovanissimo lavorando sia per ristoranti esclusivamente per cerimonie che per locali più intimi con un menu alla carta. Fondamentale per la sua formazione è stata, anche, l’esperienza stellata presso il ristornate interno all’Hotel Capo La Gala.
Adesso, però, il maître ha scelto di fermarsi da O’ Sbarazzino, una giovane startup con due locali, uno a Ercolano e l’altro a Torre del greco. Qui, in un clima di totale sinergia tra la sala, la cucina e la proprietà, si tenta di creare un perfetto connubio di gusto e ospitalità. “Ogni piatto – narra il maître – è in continua evoluzione. La cucina è sempre pronta ad ascoltare i consigli della mia brigata e dei clienti. Grazie a questo clima di collaborazione, siamo riusciti a dare vita ad abbinamenti tra piatti e cocktail, ma anche a pietanze che richiamano la cultura del posto dal dessert dedicato a ‘La Ginestra’ di Leopardi alle pizze legate alle due città che ci ospitano”.



La parola chiave, però, di Coppola è ospitalità, far sentire il cliente a casa è un obbligo. Per questo motivo, un cameriere non deve solo recitare la scheda tecnica di un piatto, ma deve saperlo raccontare e, soprattutto, deve essere in grado di capire subito il cliente, solo così potrà consigliarlo al meglio. “L’accoglienza e l’attenzione al commensale – sottolinea Coppola – è la prima cosa che insegno ai miei studenti. Per questo motivo insieme ad altri miei colleghi, ho scelto di realizzare N.O.I (Nuova Ospitalità Italiana). Un’associazione grazie alla quale entriamo nelle scuole alberghiere italiane e insegniamo le fondamenta dell’accoglienza. L’ospitalità deve essere insegnata nelle scuole, solo così possiamo migliorare la situazione ristorativa italiana”.
Matteo Cicarelli
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