Michele in the World: dai vicoli di Napoli alla conquista del mondo

I panni spàsi, i panarielli, i balconi delle vecchie case, i suoni popolari, le urla di un fruttivendolo, il via vai di gente, i turisti (le file interminabili di turisi), i vicoli di Forcella. Questa è la cornice dove sorge la più famosa pizzeria di Napoli, universalmente nota come il Tempio della Pizza, ovvero l’Antica Pizzeria Da Michele. Una famiglia, una storia, una tradizione (centenaria of course). L’ambiente spartano, il grande forno che ti accoglie all’ingresso, i tavoli di marmo dove condividere pizze con sconosciuti per smaltire le lunghe file d’attesa all’esterno, le pareti piastrellate verde/bianco, un menu con solo 2 pizze disponibili –Marinara e Margherita (anche doppia) tutto questo ha contribuito a creare il mito di Michele a Forcella. 

Prima ancora dell’avvento di Julia Roberts e della sua storia d’amore con la pizza di Michele, prima dell’era dei foodblogger armati di cellulare, prima delle recensioni di TripAdvisor, prima dei blog di settore e delle voci autorevoli del mondo food, “Michele a Forcella” era già un pezzo da 90 e il suo nome era sulla bocca di tutti. La pizza sfornata da oltre cent’anni è sempre la stessa: enorme e bellissima. L’impatto visivo è scioccante (nel senso buono del termine). Pizza taglia extralarge per intenderci. Un disco sottile di 40 centimetri che sborda considerevolmente dal piatto e dal cornicione pressoché assente. Pomodoro, fiordilatte (sì perché la vera pizza è fatta col fiordilatte), olio di semi (non olio EVO come la concorrenza). I gesti sono antichi così come i sapori. Fare la fila per una pizza di Michele è un po’ un’esperienza mistica, “è come aspettare il miracolo di San Gennaro” (Tommaso Esposito, cit.) 

Michele in the world

Ma è possibile trovare una pizza del genere fuori dal quartiere natale di Forcella? La risposta è sì, e non parliamo di una “ruota di carretto” qualsiasi, ma proprio della “rot e carrett” di Michele che da Napoli ha raggiunto il punto più lontano del globo, il Giappone. Non solo l’Estremo Oriente (3 sedi – Tokyo/ Fukuoka/Yokohama), ma anche l’America con Los Angeles-Hollywood e l’Europa con Barcellona, Londra (2 sedi Baker Street e Soho) e il Medio Oriente con Dubai. E in Italia? Dalla città protagonista della Dolce Vita- la Roma capitale- alla chic Milano- la capitale della moda, dalla città di Lorenzo il Magnifico- l’artistica Firenze- alla città di Romeo e Giulietta- la romantica Verona, per finire alla città di Lucio Dalla- Bologna. Pensate sia finita qui l’espansione di “MITW” ovvero “Michele in the World”? Come ricorda il vulcanico Alessandro Condurro (AD) “entro marzo 2020 si raggiungerà quota 16 sedi di MITW”: lo scopo è quello di portare la tradizione napoletana o meglio il prodotto che più rappresenta la napoletanità verace ed autentica- la pizza- in ogni angolo del globo”.  

Nulla esprime meglio l’essenza della MITW di un passaggio del libro “La pizza è pizza– Quattro chiacchiere con Alessandro Condurro”: alla faccia delle Pizze gourmet, delle pizze industriali, dei mille gusti, delle pizze costose. La pizza è pizza ed è margherita e marinara.  

Ma qual è il segreto della pizza più famosa del mondo? Nessun segreto. Il purismo, la semplicità e la volontà di non cambiare mai nonostante tendenze, mode e decenni che scorrono inesorabili ma non scalfiscono il mantra di Michele.  

Ai dieci comandamenti biblici, MITW ne propone tre di comandamenti

  • Servire solo margherita e marinara “a ruota di carro”; 
  • Conservare un prezzo popolare (la pizza deve essere come la “livella” di Totò ed essere accessibile al ricco gentiluomo e al povero lazzarone); 
  • Mantenere lo stile spartano, verace e conviviale dell’ambiente, riproporlo anche all’estero (tavolate in lastre di marmo e sedie di legno): brand image 

Non ci resta che seguire MITW nel suo Grand Tour globale.  

Michele in the world

Dai vicoli di Napoli al mondo intero: la pizza di Michele in the World vola sempre più in alto. 

Marianna Somma 

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Marianna Somma

Foodblogger & copywriter, testarda e lunatica. Partenopea d'origine, ma cosmopolita nella vita. Innamorata della pizza in tutte le sue forme.

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