“Campus Vesuviano”, il nuovo progetto di Slow Food alle falde del vulcano

Non accennano a diminuire le attività messe in campo dalla “vulcanica” condotta Slow Food del Vesuvio.
Tra pochi giorni, infatti, prenderà il via il nuovo “Campus Vesuviano”, una vera e propria fucina di formatori che guiderà gli appassionati del settore enogastronomico, lungo le rotte imperdibili del nostro territorio.

Il progetto prevede una serie di iniziative “itineranti” con cene didattiche presso le osterie Slow del territorio vesuviano, ma anche convegni, seminari, corsi, presentazioni di libri presso le scuole, i musei e i poli culturali; il tutto impreziosito dal valore aggiunto della presenza di formatori interni all’associazione.

Si tratta di docenti, ricercatori universitari, nutrizionisti, sommelier che consentiranno di conoscere più da vicino il legame tra alimentazione, cultura e benessere, ma ci saranno anche iniziative nelle aziende agricole, dove i contadini saranno i protagonisti e spiegheranno direttamente“in campo”, l’importanza di un’agricoltura sostenibile.

La presentazione del “Campus Vesuviano” avverrà martedì 7 novembre alle ore 20 a Torre Annunziata, presso “Casa Caponi” e prevederà una cena didattica dal titolo “Conservare per Tramandare”.

Il menu della serata, infatti, è dedicato a due Presidi Slow Food del Vesuvio e due del Cilento che si basano proprio sull’arte antica di conservare ciò che per motivi di stagionalità era impossibile consumare nel tempo della loro disponibilità.

Vincenzo Pagano, patron di “Casa Caponi” è orgoglioso del fatto che Slow Food abbia deciso di far partire questo nuovo progetto proprio dal suo locale: “Sono felice di poter promuovere questo nuovo entusiasmante percorso targato Slow Food Vesuvio. Ringrazio Maria e Yuri, straordinari interpreti della cultura vesuviana, per avermi coinvolto ed aver pensato a “Casa Caponi” come luogo di espressione del Buono, Pulito e Giusto; valori che da anni stiamo cercando di interpretare e portare avanti con la nostra cucina e la nostra pizza”.

“L’idea di creare un “Campus” – spiega la fiduciaria Maria Lionelli – “ trae origine proprio dalla sua accezione latina, da quel “campo” che richiama non solo l’ “orto” che i nostri “contadini custodi” difendono e portano avanti tra mille difficoltà, ma anche l’idea di mettere in “campo” idee e progetti di alto profilo culturale. Un Campus per far sì che il cibo assuma una connotazione sempre più importante, con le nostre scelte quotidiane, senza rinunciare alla bellezza della convivialità”.

Dello stesso avviso anche Yuri Buono, giornalista e sommelier, che guiderà questa prima cena didattica: “Unire cibo e cultura è una sfida davvero avvincente.Non a caso l’etimologia latina della parola “cultura” la ritroviamo in quel verbo “colere”, che riporta al “coltivare”. È per questo che cultura e coltura si incontrano e diventano “culto”, nel senso più alto del termine. Sapere cosa arriva sulle nostre tavole, come ci arriva e a che prezzo, non solo economico, ma anche prevalentemente umano, è il primo grande passo verso un cambio di prospettiva. Solo la conoscenza di ciò che mangiamo e beviamo ci potrà aiutare a cambiare quelle errate abitudini alimentari, frutto di decenni di cibi fast. L’unica risposta è tornare ad essere Slow, a tavola come nella vita”.

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Redazione La Buona Tavola

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