Nel cuore delle colline avellinesi, assaggi di piatti d’autore.
Un galà dedicato ai profumi e sapori delle eccellenze agro-alimentari irpine a Montefredane, in provincia di Avellino: Flavors of the Summer è la serata che si è svolta lo scorso 22 giugno nell’affascinante cornice della Tenuta Ippocrate, elegante dimora circondata da un curatissimo prato e filari.
Per l’occasione la bellezza naturale del posto è stata resa ancor più magica grazie all’allestimento di una scenografia in grado di ospitare la presentazione dei piatti realizzati degli chef partecipanti e la sfilata delle modelle, madrine della serata.
Flavors of the Summer celebra unione tra materia prima e cultura: bagaglio di esperienza, sensibilità olfattiva e manualità appresa e migliorata negli anni rendono lo chef capace di creare piatti raffinati a partire dagli ingredienti del territorio. Sempre più spesso si parla di gastronomia legata a un preciso terroir, si direbbe in gergo enogastronomico: l’iniziativa di fine giugno ha portato sul palco questa chiave di lettura della moderna cucina, che si affida alle potenzialità della terra più prossima.
La cucina è stata abbinata alla moda nel corso della serata. Accanto ai piatti degli chef, gli abiti da sera creati dall’equipe di designer dell’Atelier Formeri di Afragola. Connubio riuscito fra due esempi di artigianato che sfilano in passerella con i rispettivi interpreti: gli chef campani e le eleganti modelle.
In questa porzione di territorio produttivo dell’Irpinia, rappresentato dalla vegetazione ricca di alberi da frutto, filari di uve e piante aromatiche dell’elegante agriturismo, le danze di assaggi sono state aperte da un aperitivo coi fiocchi, è il caso di dirlo. Pecorino di Bagnoli Irpino a latte crudo aromatizzato alla vinaccia, formaggi di capra e di pecora stagionati in grotta, fra i salumi pancetta, capicollo e soppressata di produzione artigianale. Tutto rigorosamente made in Campania, questi prodotti infatti sono dell’azienda Jamonita di Nocera Inferiore, distributrice di salumi e formaggi.
Hanno fatto seguito i piatti degli chef, gli ospiti più attesi della serata: ognuno con una caratteristica e tematica diversa. La tradizione destrutturata è nella spuma di scapece, che ha accompagnato il cappellaccio di grano Risciola ripieno di ricotta e scamorza: creazione dello chef Virgilio Sensale di “Tenuta Ippocrate”.
La territorialità ha fatto parte del risottino mantecato al pomodoro giallo insieme a burrata di bufala, carpaccio di vitellina, maggiorana e agrumi, polvere di nocciole irpine e germogli di basilico, nella proposta dello chef Giuseppe Sorrentino.
L’esaltazione dell’essenza rappresentata dalla battuta di Fassona su patate alla vecchia maniera al profumo di dragoncello, dello chef Ciro Campanile. Il gioco dei contrasti è stato proposto dallo chef Francesco Lama del ristorante “Cucù” di Aversa: con il suo “bacio di benvenuto” ha aperto la strada alla presentazione dei piatti dei suoi colleghi. Crema di formaggio irpino di capra, pomodori rossi semi dried, gamberi scottati ed erba cipollina. Contrasti di sapori e di colori per un inno alla produzione casearia irpina.
Hanno fatto seguito la guancia di manzo con birra, bietolina novella e melissa dello chef Antonio Tecchia del resort “Il San Cristoforo” a Ercolano, parfait agli agrumi e rosmarino con brunoise di frutta e verdure, nuvole di lime e timo dello chef Carlo Starace, che coordina la cucina dell’agriturismo “La Ginestra” a Vico Equense.
Infine un omaggio al ritorno alle origini della panificazione con i pani ottenuti da farina di grano antico Risciola, proposti dal mastro fornaio Domenico Fioretti: ciabattina all’olio con rosmarino, rosetta la timo, cozzetto cafone all’origano e grissini artigianali al finocchietto hanno regalato emozioni d’altri tempi al palato dei presenti.
Nel beverage non potevano mancare i vini espressione del bellissimo territorio che ha fatto da cornice alla serata: la mineralità e freschezza del Fiano di Avellino DOCG e la rotondità dell’Irpinia Aglianico Doc hanno innaffiato le raffinate pietanze d’autore.
Foto: Enrico De Nigris