Spesso dimenticata dalle dinamiche turistiche contemporanee, Sofia di cose da offrire ne ha eccome. Pur non reggendo turisticamente il paragone con le “colleghe” Budapest e Praga, la capitale bulgara vanta una storia millenaria e una cultura frutto di tante contaminazioni. Dopo Atene e Roma è la terza città più antica d’Europa e, anche in fatto di cibo, si propone come un’esperienza tutta da scoprire. Una città sospesa tra passato e presente, “europea” ma non troppo, che vale assolutamente la pena visitare.

Qualche cenno storico
In principio la città, probabilmente fondata dai Traci, era conosciuta come Serdica. Questo nome è ancora di grande attualità perché si tratta della fermata principale della metro, nel cuore della capitale. Proprio nei pressi di questa fermata si trovano un museo e un complesso di rovine antiche della città. Sofia fu poi dominata dai romani (che occuparono tutta la regione nel 46 d.c.) e distrutta dagli unni, dominata dai bizantini e poi dagli ottomani, senza contare le più vicine influenze sovietiche. Il nome Sofia (“sapienza” in greco) risale al 1376, poco prima della conquista ottomana del 1382.
La Bulgaria tornò autonoma solo nel 1878 (indipendente dal 1908) in seguito alla guerra russo-turca e alla liberazione da parte dell’Impero russo. Durante la Seconda guerra mondiale il paese fu occupato prima dai nazisti e poi dai sovietici. Dal 1946 al 1989 il paese prese il nome di Repubblica Popolare di Bulgaria, a guida comunista. L’ingresso nell’Unione europea risale infine al 1° gennaio 2007.


Sofia tra street food a buon prezzo e…rose!
Il grande parco antistante il Palazzo nazionale della Cultura, in pieno centro, ospita eventi, mercatini e festival tradizionali. Non è difficile quindi imbattersi in manifestazioni culinarie nel week end e nei giorni di festa. I bulgari con la carne ci sanno fare e vedrete enormi grigliate degne di un re. Al prezzo di pochi lev (la moneta bulgara, indicata spesso come BGN) si può mangiare un piatto misto a base di carne, verdure e patate senza contare un bel bicchiere di birra. Il tutto tra canti, musica e gente festosa che affolla lo spazio dinanzi al Lion monument, una statua di un leone in mezzo a un bel prato di rose rosse. L’intera zona offre fontane, aree verdi e panchine così come caffè e ristoranti. Il cuore turistico di Sofia è proprio qui.



La Bulgaria è famosa nel mondo per il festival delle rose che si tiene ogni anno a Kazanlak (a poco meno di 200 km da Sofia) tra fine maggio e inizio giugno. Dalla capitale in quel periodo vi sono numerosi tour guidati per raggiungere la Valle delle rose e assistere a questa manifestazione del folklore bulgaro. Nei negozietti di Sofia vengono venduti molti prodotti preparati con le rose, dai saponi ai profumi, dalle candele ai biscotti. Per il resto, la cucina nazionale rientra grosso modo nel novero delle tradizioni dell’Est Europa. Il tarator e la banitsa sono tra le pietanze tipiche più note. La prima è una zuppa vegetale servita fredda con ghiaccio, la seconda è una specie di torta salata a base di uova e formaggio, servita calda. Entrambe possono essere accompagnate da yogurt.


Le principali attrazioni in pochi passi
Partendo dalla zona appena descritta si può salire verso nord percorrendo la Vitosha boulevard. Questa è la classica via centrale dei negozi tipica delle capitali europee. Abbondano fast food, artisti di strada, caffetterie e locali di cucina tipica bulgara e multietnica, da quella araba al tex-mex. Non mancano ovviamente ristoranti italiani e negozi dove acquistare souvenir. All’inizio del boulevard, salendo dal Palazzo della Cultura, si trova la statua di Aleko Konstantinov, una delle curiosità più fotografate dai turisti.



Percorrendo tutta la strada si giunge alla Cattedrale ortodossa di Santa Domenica e due passi si trova la celebre statua di Sveta Sofia. Sempre a pochi metri vi sono le citate rovine antiche di Serdica, alcuni murales, la moschea Banya Bashi e la sinagoga. Nel raggio di poche decine di metri si trovano luoghi di culto delle tre grandi religioni monoteiste. Un esempio di quanto Sofia possa vantare un passato e un presente multiculturale. Simbolo della città però è la splendida cattedrale ortodossa Aleksandăr Nevski, a poca distanza dalla Chiesa russa di San Nicola, dal Museo nazionale d’arte, dal Museo archeologico e dalla Galleria nazionale Kvadrat 500.
In altre parole, quel “poco” che Sofia ha da offrire, lo offre con tutta se stessa nel raggio di qualche chilometro. Una volta giunti in centro città con la metro, direttamente collegata all’aeroporto, si può girare tranquillamente a piedi o con uno dei numerosi tram che attraversano spediti Sofia. Il contrasto tra antico e moderno è probabilmente l’aspetto più interessante della capitale, che pertanto merita a tutti i costi una visita. Meglio se con un bel boccale di birra e una grigliata fumante.


Mario Rafaniello
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