Antimo Migliaccio chef del Ducale Restaurant by Mandrakata di Sant’Arpino è stato nominato migliore chef della cucina tradizionale
Un vecchio adagio sostiene che chi riesce a svolgere il lavoro dei propri sogni non lavorerà neppure un giorno della propria vita. Antimo Migliaccio ha reso realtà questo monito, trasformando la sua più grande passione nel proprio mestiere.
Ha sempre avuto le idee ben precise. Fin da ragazzo aveva in testa un solo obiettivo: diventare chef. “Ogni momento libero che ho, lo passo a cucinare, a giocare con gli ingredienti e a sperimentare degli abbinamenti. Il mio hobby è diventato il mio lavoro!“.


Tutte le sue creazioni posano su delle solide fondamenta, ovvero la tradizione. In ogni piatto vuole richiamare i gusti, i sapori, ma soprattutto gli odori dei pranzi in famiglia. “La mia cucina deve rievocare i profumi della domenica. Voglio che quando qualcuno assaggia i miei piatti ripensi alla sua infanzia, a quando svegliandosi percepiva il profumo e il rumore della genovese che bolliva. Boccone dopo boccone vorrei che il cliente si ricordi delle ricette della nonna. Desidero realizzare pietanze che portino indietro nel tempo”.
Infatti, vincere il titolo di Migliore Chef della Cucina Tradizionale nella competizione televisiva Migliore Chef d’Italia è stato per Antimo Migliaccio, un enorme motivo di orgoglio. “Questo è un grandissimo traguardo. Non solo perché si tratta di un riconoscimento prestigioso, ma perché la tradizione è sempre stata il fulcro della mia cucina: solo conoscendo a fondo le proprie radici è possibile esplorare nuovi territori. Quando ho iniziato, il mio desiderio è sempre stato quello di portare la mia tradizione, ovvero cucina campana, all’estero”.


Proprio durante la competizione di Migliore Chef d’Italia è emerso questo forte legame con le ricette classiche della cultura enogastronomica partenopea. Infatti, Antimo Migliaccio, ha deciso di presentarsi ai giudici con due piatti apparentemente semplici, ma ricchi di “memoria”: una pasta e patate con tartare di gamberi e degli spaghetti ai tre pomodori con stracciata di mozzarella e basilico cristallizzato serviti in un cestino fatto con il casatiello.
Quest’ultimo piatto racchiude tutto il senso della sua cucina: una pietanza semplice, ma ricca di ingredienti e di prodotti tipici della Campania. Nonostante ci sia un costante richiamo alla tradizione non mancano i tocchi innovativi, che servono a rendere il piatto più elegante, ma che non intaccano minimamente il gusto genuino.
“Quando ho proposto i miei piatti alla giuria di miglior chef temevo che potessero non apprezzarli e giudicarli eccessivamente semplici. Invece, sono riusciti a comprendere appieno la mia filosofia, fondata da una rilettura delle ricette tradizionali della mia terra, che in fin dei conti è quella che propongo ogni giorno ai miei clienti del ristorante il Ducale presso Sant’Irpino”.
Matteo Cicarelli
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