All’Osteria Famiglia Principe 1968, una cucina di territorio

“La cucina è vocazione, l’unico motivo per amare il lavoro” – Lorenzo Principe

“Siamo passati da una ristorazione basata sulla quantità, fatta di tavolate interminabili, a un concetto dove predomina la qualità delle materie prime” spiega il ristoratore Lorenzo Principe, riflettendo su un confronto fra passato e presente in cucina. Principe porta avanti con passione e spirito di vocazione la storica attività di famiglia, l’Osteria Famiglia Principe 1968, nata a Nocera Superiore alla fine degli anni Sessanta.

Il vantaggio di essere un’attività di ristorazione a conduzione familiare è la suddivisione del lavoro fra più persone, che permette di considerare anche le preparazioni artigianali: “siamo in famiglia e riusciamo a dividere il lavoro, con questo organigramma possiamo permetterci di realizzare prodotti più esclusivi, come i ravioli ripieni di genovese e le tagliatelle tirate a mano con impasto al peperoncino” spiega Lorenzo Principe.

Nella storica osteria di Nocera Superiore, da buona attività tramandata dalle generazioni passate, è molto sentito il valore dell’eredità. Lorenzo rappresenta la terza generazione della famiglia di ristoratori: il capostipite è suo Nonno Ernesto, da cui deriva il nome di una qualità di pomodoro che lui stesso aveva cura di coltivare ed è ancora oggi onnipresente nelle preparazioni in cucina.

“Abbiamo il merito di aver creato una cucina di territorio – racconta il ristoratore – siamo produttori delle nostre materie prime come il pomodoro Scarpariello, utilizzato per l’omonimo piatto partenopeo, e l’antico pomodoro Nonno Ernesto, che viene coltivato ancora oggi dalla nostra famiglia”.

Il locale è strutturato su terrazze, permette di affacciarsi su una piacevole panoramica e dispone di un roof garden per ospitare piccoli ricevimenti. Il lavoro in cucina è organizzato con i prodotti che stringono un forte legame con il territorio di Nocera Superiore: “il Peperoncino verde Friariello, la zucca gialla, il Pomodoro Scarpariello e il Cipollotto Nocerino costituiscono la grammatica della nostra cucina quotidiana – spiega Lorenzo Principe – sono i prodotti che rappresentano il nostro Ave Maria”.

L’auspicio di Principe è che la ristorazione possa recuperare spazio e importanza che le spettano nel panorama dell’ospitalità e del cibo, dato il recente fenomeno di sopravvento del prodotto pizza: “è un prodotto buono che si rivolge a tutte le tasche, ma la ristorazione è tutta un’altra cosa”, conferma il titolare dell’osteria, lasciando intendere che il ristorante produce una cultura diversa da quella della pizzeria e che ogni tipologia di ristorazione dovrebbe difendere la propria identità.

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