Godersi la splendida Cappadocia anche a tavola 

La Cappadocia, regione storica e geografica della Turchia, è tra le mete più note e visitate degli ultimi anni. Complice la vicinanza all’Europa, le tantissime attrazioni e una massiccia campagna di promozione sui social, questa splendida parte della nazione turca sta raccogliendo un meritato successo turistico. Naturalmente, la gastronomia fa la propria parte, essendo la cucina turca una delle più apprezzate del vicino Oriente e non solo.   

Cappadocia: identikit di un posto da favola

Raggiungere la regione anatolica dall’Italia è abbastanza semplice: una volta giunti a Istanbul o Ankara ci si dovrà muovere verso l’interno della Turchia o in treno o in pulmino. Sono numerosissimi i tour operator sia in Italia che in loco offerenti pacchetti turistici per scoprire la Cappadocia. I siti da visitare sono molti e spesso distanti tra loro, ma tutte le eventuali difficoltà verranno ripagate da scenari e luoghi unici al mondo.

La storia millenaria della regione ha lasciato numerose testimonianze che vanno da intere città scolpite nella roccia ad altre scavate sotto terra. Le vite di cristiani e musulmani (e non solo) si sono scontrate, confrontate e mischiate così tante volte da rendere il passato dell’ex Impero Ottomano un dedalo infinito di vicende che ancora custodiscono gelosamente le radici della “separazione” tra Oriente e Occidente. Su quest’ultimo punto si consigliano “Il divano di Istanbul” di Alessandro Barbero e “Geofilosofia dell’Europa” di Massimo Cacciari.

Cosa mangiare all’ombra delle mongolfiere

Negli ultimi anni il turismo turco ha beneficiato enormemente del flusso di visitatori diretti nella sola Cappadocia e che spesso fanno tappa (o scalo) in città come Istanbul, Ankara e Smirne. Tale successo è merito anche delle note mongolfiere che ogni giorno sorvolano all’alba Goreme e dintorni. I social hanno contribuito molto alla diffusione di una visione quasi favolistica della Cappadocia, ormai uno dei luoghi più “instagrammabili” del pianeta. L’offerta gastronomica vi è sviluppata di pari passo a quella turistica.

Non sono molto diffusi i fast food e le principali catene presenti tradizionalmente in Europa, ma tale assenza è ampiamente compensata -per fortuna- dalla ricca cucina locale. Tante varietà del classico kebab, gli sfiziosi gozleme al formaggio, le kofte, gli spiedini di agnello, la ciorba e molto altro. Il successo delle serie tv turche in Italia ha contribuito a far conoscere tradizioni e specialità di quei luoghi anche nel Belpaese. In particolare, sono apprezzate dal pubblico le scene dove si prepararono il caffè o il tè turco.

Piatto a base di kofte e riso cotto nella pietra e direttamente in un forno a legna

I gozleme sono delle simpatiche piadine morbide spesso farcite con formaggio e/o erbe, da condividere con gli altri commensali. La ciorba è una minestra di lenticchie presente anche in alcuni paesi dell’Est Europa in altre varianti. Viene quasi sempre servita all’inizio del pasto con del pane locale. Le kofte sono polpette speziate di carne d’agnello e possono essere servite con verdure e riso, come del resto gran parte delle pietanze della cucina turca. Ovviamente il cibo turco più famoso resta il kebab che si può trovare praticamente ovunque sia d’agnello che di pollo. Rispetto a quelli venduti in Italia il sapore della carne d’agnello è molto più “forte”.

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Mario Rafaniello

Mi chiamo Mario Rafaniello e sono un dottorando di ricerca presso il dipartimento di Scienze Politiche di Caserta. Vivo a Sessa Aurunca e quindi mi muovo per gli articoli dei locali su questa zona e limitrofe, fino al basso Lazio. Per lavoro viaggio molto e mi occupo di usi e costumi nel mondo, quindi la maggior parte dei miei articoli riguardano viaggi, tradizioni e curiosità inerenti al cibo. Sia con la laurea magistrale che nel dottorato mi sono occupato di agroalimentare, in particolare made in Italy. Quando posso trasferisco parte delle mie ricerche negli articoli per la buona tavola magazine.

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