Fresca d’iscrizione al prestigioso registro UNESCO (Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity), la cultura della palma da dattero rappresenta un patrimonio umano e culturale tipico del mondo arabo. Tuttavia, la bontà di questo frutto ha raggiunto ogni latitudine entrando a far parte anche della cucina europea. Ad esempio, lo si ritrova soprattutto nelle ricette per i dolci. Scopriamo qualcosa in più sulla storia del dattero.
“Date palm, knowledge, skills, traditions and practices”
Precisamente, ad essere entrate nella Lista sono le conoscenze, le abilità, le tradizioni e le pratiche legate alla palma da dattero (Phoenix dactylifera). Come si legge nella relativa scheda, la palma da dattero è tipica dei climi secchi temperati e del deserto. Si tratta di una pianta che ha radici molto profonde per cercare l’umidità nei terreni abbastanza fertili (come le oasi). La maturazione completa del frutto, tuttavia, richiede temperature sui 40 gradi centigradi e notevole disponibilità di acqua. Grazie alle sue proprietà nutrienti e alle dimensioni contenute, i datteri sono un ingrediente importantissimo nella dieta delle persone le cui vite sono intrecciate con le zone desertiche o calde, come i beduini o diversi paesi arabi del Nordafrica o mediorientali.

La coltivazione della palma da dattero rappresenta quindi una tradizione ancestrale di questi popoli e che si tramanda di generazione in generazione. Risultato di tecniche e conoscenze plurisecolari utilizzate ancora oggi, questa “cultura” è stata riconosciuta meritevole di tutela dall’UNESCO lo scorso dicembre. In particolare, il patrimonio di conoscenze e abilità in oggetto comprende la cura e la coltivazione della palma così come l’utilizzo delle sue altre parti. Non solo: com’è tipico dei popoli citati ci sono anche diversi rituali, feste e persino poesie e canzoni legate alla palma da dattero. La scheda in esame riporta anche che la coltivazione della palma da dattero gode del sostegno delle comunità locali e delle agenzie governative.
Il dattero: le varie tipologie
Innanzitutto, il dattero tecnicamente è una bacca carnosa dal sapore dolce e il cui nome deriva dal greco daktilos, cioè “dito”. In generale, esso si contraddistingue per la consistenza più o meno dura e può avere diverse colorazioni dallo scuro più intenso fino a quelli molto più chiari. I datteri contengono un seme legnoso e oblungo avvolto da una membrana fibrosa. Una palma matura può arrivare a contenere diverse migliaia di datteri e può vivere oltre tre secoli.

Riguardo le proprietà, il dattero è un concentrato di energia e lo si trova di solito essiccato; è ricco di zuccheri, vitamine e sali minerali. Nonostante le loro indubbie proprietà nutritive un consumo eccessivo di datteri è sconsigliato dagli esperti per chi segue un regime alimentare ipocalorico (inoltre può provocare effetti lassativi). Al contrario, è ideale nelle diete energetiche: 100 grammi di datteri forniscono indicativamente intorno alle 250 calorie. Sostanzialmente esistono due tipi di datteri: quelli con la polpa dura o con la polpa molle. Tra i singoli tipi di datteri più noti vi sono gli ammari, i deglet nour, i gousbi, i kenta, i medjool, i trounjia e molti altri.
La cultura della palma da dattero nel mondo
Sin dall’antichità la palma da dattero ha fatto parte della dieta e della cultura di molti popoli. Ad esempio, era usato dai persiani, dagli egizi, dai greci e dai romani che gli attribuivano anche dei significati simbolici come fertilità e forza. Non da meno sono le tradizioni religiose: la palma accoglie Gesù che entra a Gerusalemme e per i cristiani rappresenta la resurrezione. Nell’Islam, invece, viene menzionato nel sacro Corano ed è considerato il frutto del paradiso per le sue capacità benefiche. Inoltre, tradizionalmente, i musulmani rompono il digiuno del Ramadan con i datteri.

Proprio nei paesi arabi e mediorientali legati alla cultura islamica la cultura della palma da dattero ha trovato letteralmente terreno fertile. Il dattero, infatti, regna nella gastronomia e nei mercati di popoli quali l’Egitto, l’Arabia Saudita, l’Oman, l’Algeria, la Tunisia, il Marocco e altri ancora (proprio in Marocco si è svolta la sessione UNESCO che ha inserito la cultura della palma da dattero nella suddetta Lista). Nel bacino del Mediterraneo, nella penisola araba e nel golfo persico il dattero trova le sue maggiori coltivazioni.
Mario Rafaniello
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